Noto per il suo impegno sociale
Al secolo Francesco Bisceglia, Padre Fedele è nato a Dipignano il 6 novembre 1937. Orfano di madre a 6 anni è il primo di 4 fratelli. Entra in convento a 13 anni perché innamorato di S. Francesco D'Assisi. Nel frattempo la famiglia si trasferisce in Canada. Egli invece vuole rimanere in Seminario. E ' molto noto per il suo impegno sociale, in difesa dei poveri e degli umili.
Completa gli studi di Filosofia e Teologia con ottimo profitto, viene ordinato Sacerdote nel Marzo 1964. A Roma presso l'Università Lateranense si laurea in Sacra Teologia. Poi si trasferisce a Milano dove consegue la laurea in Lettere e Filosofia presso. Viene nominato Parroco e Superiore del convento più importante della Provincia, Acri. Vi rimane per 7 anni: trasforma il convento, la Chiesa abbellendola ed elevandola a Basilica. Fonda una squadra di calcio iscritta alla III e poi alla II categoria, egli stesso è centravanti. Viene destinato a Cosenza come Segretario delle Missioni Estere. Ama i lebbrosi e visita i lebbrosari dell'India, Etiopia, Eritrea, Madagascar, Camerun, Centrafrica. Nella Repubblica Centrafricana fonda un Centro per bambini handicappati, un ospedale, otto chiese, un villaggio per catechisti ed un villaggio per bambini orfani. Costruisce un villaggio per 300 orfani in Etiopia ed un altro per famiglie abbandonate, causa guerra, con più di 40 appartamenti. In Senegal, costruisce un Poliambulatorio per bambini poveri. Partecipa con sostanziosi contributi alla costruzione ed al mantenimento dei lebbrosari dell'India (Duradun), del Madagascar e dell'Ospedale per la cura dell'Ulcera di Burulì in Costa d'Avorio. Poi fonda una Mensa dei poveri, un Dormitorio maschile e femminile una Sala Accoglienza, un Poliambulatorio Medico, sotto il nome di Oasi Francescana, dove ogni giorno usufruiscono dell'assistenza più di 100 persone tra poveri del luogo, globe-trotter, detenuti in semilibertà, ex prostitute, ragazze madri, extracomunitari il tutto gratuitamente. Nel 1992 si laurea in Medicina e Chirurgia.
Per portare avanti le sue iniziative ne ha fatte di tutti i colori, non disdegnando nemmeno che il suo nome venisse associato a manifestazioni che poco hanno a che fare con la religione. Come nel 1995, quando in occasione dell' "Erotica Tour" di Bologna, Padre Fedele assegnò a Luana Borgia, ex pornostar, da lui redenta, e con la quale si presenta la domenica allo stadio, il compito di allestire nel suo stand contenitori per la raccolta di fondi destinati all'acquisto di un'ambulanza per il Rwanda.
Alle critiche per la sua amicizia con la donna, il cappuccino rispose secco: "Più si va all' inferno più si trova la strada per il paradiso". Il risultato fu immediato: un assegno di cinque milioni di lire per i bambini del Centroafrica. Un vero e proprio battesimo che lo consacrò personaggio tv e protagonista dei media, osservatore sociale da intervistare su ogni nuovo fenomeno che nasce. Padre Fedele assolve e condanna. Condanna per esempio il Grande Fratello, scagliandosi contro i primi abitanti della Casa di vetro, un luogo dice "dove si fa solo sesso fine a se stesso, mentre nel mondo di muore di fame e di miseria". Poi scende in campo contro le stragi del sabato sera, la droga e lo sballo e costruisce nella sua città la "Discoteca Francescana", in grado di accogliere 200 persone, con due piste da ballo, sostituendo gli alcolici con soft drink e l'ecstasy con i fiori.
Nel 2004 scende in prima linea contro lo sfruttamento della prostituzione. A lui si rivolge una donna rumena raccontando la sua drammatica vicenda. Dalla confessione nasce un'operazione che si conclude con sette arresti per traffico di clandestini. Ma non è tutto. Nonostante le sue molteplici iniziative, i suoi impegni pubblici e i suoi viaggi nei luoghi sperduti del mondo, non trascura la sua vera, grande passione, quella per il calcio, che lo ha portato nella scorsa stagione 2004-2005 a conquistarsi il posto di presidente del Cosenza Calcio, dopo un memorabile sciopero della fame, in seguito al quale venne anche ricoverato in ospedale.
L'amore per il pallone è sempre stato così forte che nella sua Cosenza è ormai più che una leggenda il fatto che da bambino padre Fedele strappasse la lana alle pecore per riempire le calze delle donne di casa e giocarci. Nel 2005 padre Fedele, come affettuosamente lo chiamano i cosentini, è di nuovo sotto i riflettori della cronaca. Durante una missione in Congo, infatti, resta coinvolto in uno scontro con i guerriglieri, ma riesce a uscirne indenne e a tornare nella sua città. Poi all'alba l'ultimo, terribile colpo di scena: frate francescano è molto noto per il suo impegno sociale, in difesa dei poveri e degli umili. Per portare avanti le sue iniziative ne ha fatte di tutti i colori, non disdegnando nemmeno che il suo nome venisse associato a manifestazioni che poco hanno a che fare con la religione.