Macchinette ai semafori non omologate
Buona notizia per i 150.000 automobilisti che si sono visti recapitare a casa multe da 137 euro con una foto che ritraeva la loro auto in prossimità di un semaforo rosso: se comminate prima del 18 marzo, non dovranno essere pagate. E chi lo avesse già fatto potrà fare ricorso, riottenendo quanto versato. Il sistema di rilevazione (Rosso stop) non era infatti omologato: da qui la decisione del ministero dell'Interno di annullare i provvedimenti.
Una volta tanto una buona notizia, specie per chi senza alcuna colpa era finito sul taccuino dei cattivi, chiamato a pagare una multa salata e a perdere preziosi punti sulla patente per una infrazione che in realtà non aveva mai compiuto. L'errore delle apparecchiature di rilevamento presenti ai semafori è stato infatti finalmente riconosciuto (la macchina fotografica scattava quando il semaforo diventava rosso ma dalle multe spesso non si capiva se l'automobilista stesse effettivamente passando con col segnale di divieto) e le contravvenzioni di conseguenza annullate.
Così i 150.000 cittadini caduti nelle maglie di Rosso Stop prima del 18 marzo, data dell'omologazione del sistema, potranno dunque tenersi in tasca i soldi richiesti oppure presentare ricorso rivolgendosi in Prefettura, presso i giudici di pace e le associazioni dei consumatori per riottenere quanto indebitamente versato.
Un risultato ottenuto grazie alla mobilitazione di un comitato di cittadini bergamaschi (l'altra zona pesantemente colpita era stata quella di Modena) che ora esultano: "C'erano addiruttura alcune ditte di trasporti che rischiavano il fallimento - ha spiegato Umberto Dolci della Federconsumatori di Bergamo - perchè i loro autisti erano pieni di multe. Alla fine siamo riusciti a provare l'errore: chi ora avesse bisogno di aiuto può rivolgersi a noi e troverà assistenza gratuita".