Venezia, individuato dai carabinieri
I carabinieri del reparto operativo di Venezia e del nucleo tutela patrimonio culturale hanno identificato il presunto responsabile dei danneggiamenti ai danni di opere d'arte veneziane. Il vandalo delle statue aveva colpito ancora mercoledì: per la terza volta l'ignoto scalpellino che da tre giorni teneva in scacco gli investigatori della città lagunare ha sfregiato "La Vergine in trono col putto che consegna le chiavi a S. Pietro".
Nel corso dell'operazione sono stati comunque recuperati reperti ritenuti appartenenti ai beni danneggiati presso la Chiesa del Redentore, la Basilica di San Pietro in Castello e l'edicola votiva di sottoportego Stella a Castello.
Lo "scalpellino" di Venezia sarebbe "uno squilibrato". Data la patologia psichiatrica dell'uomo identificato, non è stato disposto l'arresto o il fermo. Ora si sta valutando la sua posizione, in particolare se sottoporlo a trattamento sanitario obbligatorio o ad altre misure previste dalla legge.
Martedì il giallo sembrava risolto con il fermo di uno squilibrato cinquantenne, che però è risultato estraneo al caso ed è stato rilasciato. E quindi gli inquirenti hanno dovuto ricominciare da zero: del vero martellatore gli inquirenti avevano in mano solo l'"identikit" tracciato dai testimoni, e un profilo psicologico che lo dipingeva come un iconoclasta (tant'è che distrugge immagini sacre) che agisce con metodo, mandando in frantumi opere oggetto della devozione popolare.
Il sindaco Paolo Costa aveva lanciato anche un appello ai turisti, perché collaborassero in modo che le forze dell'ordine "potessero individuare al più presto l'autore dei fatti e potessero impedirgli di nuocere ancora".