A GROSSETO

Processo Concordia, teste in lacrime: "Dovetti mentire ai passeggeri"

"Li feci tornare in cabina anche se volevano salire sulle scialuppe"

25 Nov 2013 - 12:43
 © Ansa

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L'assistente del direttore di crociera della Costa Concordia, la peruviana Jacqueline Elisabeth Abad Quine, ricostruisce in lacrime, davanti ai giudici a Grosseto, il naufragio all'isola del Giglio: "Le persone erano agitate e volevano salire sulle scialuppe. Però non avevamo un ordine del comando". Mi fu ordinato di dire ai passeggeri che "era tutto sotto controllo", che "c'era un black out" e che "dovevano tornare nelle cabine", aggiunge.

"Mi dissero che l'equipaggio spaventava i passeggeri" - La testimone è la stessa visibile nei video girati dai passeggeri radunati nell'area muster station dopo l'urto della nave e il blackout che fece accendere le luci di emergenza. "Il mio compito era calmare i passeggeri e di avviarli all'imbarco", spiega la teste. "Chiamai il mio capo, il direttore di crociera Francesco Raccomandato, che mi rispose: l'equipaggio sta spaventando i passeggeri. Dì all'equipaggio che si deve tornare nelle cabine". Poi "feci il mio primo annuncio ai passeggeri in italiano, inglese e spagnolo".

"Ricordo i bimbi abbracciati ai genitori, tutti urlavano" - L'ordine di abbandono della nave, ricorda ancora la teste, "fu dato dal comandante in seconda Bosio: abbandonare la nave e stare calmi, disse in italiano e inglese". "I passeggeri urlavano, volevano imbarcarsi subito". Sempre Jacqueline Abad aggiunge che "c'erano bambini abbracciati ai genitori, due bimbi si erano persi e col mio staff li cercavamo". E mentre piange spiega: "Rivivere tutto è veramente pesante". "Quando la mia lancia è arrivata, ho visto la nave che si ribaltava, ho avuto tanta paura, io ero salva ma pensavo a chi era a bordo".

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