Alle famiglie delle vittime vanno 125mila euro: è polemica
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Era il 28 luglio quando, sull’A16 Napoli-Canosa, un pullman, con a bordo 48 persone, precipitò da un viadotto alto circa 30 metri. I morti furono quaranta. Ed oggi, emerge un dato sconcertante: a seguito di alcune ricerche, che una società di infortunistica stradale ha effettuato per conto dei familiari di alcune vittime, risulta che l’assicurazione stipulata per i passeggeri era di 5 milioni di euro. La divisione è presto fatta: il valore di una vita si aggira sui 125mila euro. Ed è polemica.
“È inammissibile - afferma a "Il Messaggero" Ermes Trovò, amministratore della società che ha compiuto gli studi – che il massimale previsto dall’assicurazione del pullman fosse solamente di 5 milioni di euro in totale. Non è concepibile né tollerabile che la legge italiana consenta, alle compagnie assicurative, massimali tanto ridicoli per mezzi che possono arrivare a trasportare 90 e più persone. Il risultato di tanta inadeguatezza è che alle famiglie che hanno perso i loro cari potrebbe essere risarcita una somma irrilevante se paragonata alla perdita del congiunto”. “Per questo motivo – ha aggiunto Trovò – auspichiamo che le indagini della procura di Avellino possano quanto prima far luce sulla responsabilità oggettiva non solo dell’azienda di trasporti, ma anche di Autostrade”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Luigi Cipriano, presidente di Aneis, (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale): “È l’ennesima conferma dell’inadeguatezza del Codice delle Assicurazioni, che va modificato e corretto”. Cipriano ha poi concluso affermando che “È una vergogna pensare che i familiari delle vittime vengano risarciti con pochi spiccioli, oltre tutto in tempi biblici a causa di una giustizia lenta ed approssimativa, incapace di individuare con rapidità le responsabilità e di punire i colpevoli commisurando le pene alla gravità dei reati”.