Si procederà a un altro esame genetico su quella che l'accusa considera l'arma usata per uccidere la studentessa inglese. Il padre di Sollecito: "Raffaele è preoccupato, sarà alle udienze a fine ottobre"
E' stata ordinata una nuova perizia genetica nel processo d'Appello che si è aperto a Firenze per l'omicidio di Meredith Kercher. A richiederla è stata la Corte d'assise d'Appello su una traccia trovata sul coltello, che l'accusa ritiene sia stato utilizzato per uccidere la ragazza. La Corte ha anche ordinato di ascoltare di nuovo la testimonianza di Luciano Aviello, mentre ha respinto la questione di costituzionalità.
E' apparso tranquillo Francesco Sollecito, il padre di Raffaele che, entrando in Corte d'Appello a Firenze, all'apertura del nuovo processo di secondo grado, ha detto: "Ci siamo sentiti domenica, ci siamo fatti gli auguri. E' molto preoccupato, io sono fiducioso". Ribadendo l'innocenza di suo figlio, ha assicurato che Raffaele parteciperà alle udienze che si terranno a fine ottobre.
Nuova testimonianza - Aviello verrà ascoltato nella prossima udienza, il 4 ottobre, e nello stesso giorno la Corte affiderà la perizia, che riguarda una traccia repertata sulla lama ma non analizzata.
La Corte ha anche disposto l'acquisizione di alcuni atti allegati alla memoria difensiva, tra cui le foto delle mani di uno degli imputati, Sollecito, dalle quali si evince che si mangia le unghie, dato che la difesa ritiene rilevante questo fatto per la possibilità che lasci tracce di Dna. Altro atto allegato una serie di articoli sulle vicissitudini giudiziarie di Aviello che ne dimostrerebbero la scarsa attendibilità.
"Raffaele è innocente" - "Le affermazioni della Cassazione - ha aggiunto Francesco Sollecito - sono degli errori perché i giudici non hanno avuto completo accesso alle carte. Più noi approfondiamo più emergono elementi che dimostrano la totale estraneità di Raffaele".
Lumumba: "Amanda è scappata perché colpevole" - "Amanda penso che sia scappata perché c'entra con la morte di Meredith. E' colpevole altrimenti non mi avrebbe calunniato". Sono le parole di Patrick Lumumba, che ha aggiunto: "Non voleva essere punita e voleva depistare le indagini". "La corte di Appello - ha sottolineato - le ha dato la possibilità di scappare. Ma la povera Meredith merita giustizia. Io sono qui, sono ovunque si cerchi la verità su questa vicenda in cui ci sono due vittime, la prima è la povera Meredith, la seconda sono io".
L'iter processuale - Per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nella notte del 1° novembre 2007, Raffaele Sollecito e Amanda Knox erano stati condannati in primo grado, ma poi i due giovani erano stati assolti in Appello dai giudici di Perugia. Assoluzione poi annullata dalla Cassazione che ha disposto il nuovo procedimento di Firenze.
Sollecito: soddisfatto per esito udienza - E' rimasto "soddisfatto" per l'esito della prima udienza dell'appello bis, Raffaele Sollecito. Lo ha detto a uno dei suoi difensori, l'avvocato Giulia Bongiorno, che lo ha contattato al termine del procedimento. In particolare Sollecito è rimasto soddisfatto per la nuova perizia disposta sul coltello, ritenuto l'arma del delitto. Anche l'avvocato Bongiorno ha "accolto positivamente la nuova perizia sul coltello". "Ritengo infatti - ha aggiunto - che nessuna traccia di Dna possa essere in alcun modo ricondotta agli imputati. Sono soddisfatta anche perché è stata acquisita una nostra consulenza di parte sul computer di Sollecito. Conferma infatti il suo alibi". Sollecito ha sempre sostenuto di non essere stato in casa di Meredith Kercher mentre veniva uccisa ma nella sua abitazione a vedere al computer con la Knox il film 'Il fantastico mondo di Amelie'.