"Lascia sgomenti l'accanimento della magistratura contro mio padre, aggredito su tutti i fronti"
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"Questa sentenza non è giustizia, è un altro schiaffo alla giustizia. Rappresenta la conferma di un accanimento sempre più evidente. E la sua gravità lascia sgomenti". Così Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, commenta la sentenza della Cassazione sul Lodo Mondadori. "Da 20 anni - aggiunge - certa magistratura, con il gruppo di Carlo De Benedetti, tenta di eliminare dalla scena politica mio padre aggredendolo su tutti i fronti".
"E ora - riprende Marina Berlusconi - la magistratura ci impone definitivamente di finanziare proprio il gruppo De Benedetti, per un importo spropositato, infinitamente superiore al valore della partecipazione Fininvest nella Mondadori. Tutto ciò è compatibile con la democrazia? Davvero si può far finta di niente di fronte a una simile anomalia?
Sappiamo meglio di tanti altri che le sentenze si devono rispettare, lo abbiamo dimostrato nei fatti eseguendo alla lettera quanto stabilito dai primi due gradi di giudizio. Però le sentenze ingiuste non solo si possono, si devono criticare. E anche questo, al di là delle motivazioni che leggeremo molto attentamente, è un verdetto in palese contrasto con la realtà dei fatti ma anche con le regole del diritto".
"Dalla parte della ragione" - "Siamo dalla parte della ragione - riprende il presidente Fininvest -. Lo abbiamo provato senza ombra di dubbio, ma ci vediamo ugualmente condannati a un autentico esproprio, che senza alcun fondamento colpisce così duramente uno dei più importanti gruppi imprenditoriali del Paese. Il ridimensionamento molto modesto della somma determinata dalla Cassazione non intacca in alcun modo l’eccezionale peso dell’ingiustizia di cui siamo vittime. Al contrario, suona come una vera e propria beffa. La Cir non ha subito alcun danno, lo sa per primo Carlo De Benedetti che continua a straparlare di “scippo”, neppure un euro da parte nostra era ed è dovuto".
"Bruciante sconfitta per la giustizia" - "Oggi la Cassazione - conclude - aveva la possibilità di cancellare quello che non esito a definire uno scandalo giuridico. Ha deciso di non farlo. E’ una nuova, bruciante sconfitta per la giustizia, una ferita profonda per quanti si ostinano ancora a credere nei valori della giustizia e della verità. Ma noi non ci arrendiamo. Percorreremo tutte le strade che riguardo alla sentenza l’ordinamento consente perché questi valori possano tornare a essere rispettati".