Gloria, 2 anni, è deceduta in seguito a una tracheotomia: è morta per un'emorragia, evidenziata dopo ore dall'intervento. Lo sconforto del padre: "Ritardo dovuto alla pausa pranzo dei medici"
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"Lo avevano definito un banale intervento”. Così il padre della piccola Gloria, la bimba di 2 anni deceduta al policlinico di Tor Vergata in seguito alle complicazioni di una tracheotomia, procedura considerata dai dottori di normale routine. Il primario dell'ospedale: "C'è stata una complicanza, non l'abbiamo abbandonata".
“L’operazione doveva durare 40 minuti, invece è restata in sala operatoria per oltre 4 ore - prosegue il padre - Dopo circa 7/8 ore è deceduta per cause in corso di accertamento”. Ore di angoscia, in cui i genitori si sono sentiti abbandonati dai medici: “Ci davano informazioni con il contagocce, a mia moglie parlavano di un contrattempo, dicevano che era la prassi e che Gloria era un protocollo facile”.
Un’attesa diventata interminabile: Gloria è stata poi trasferita in una sala post operatoria per superare gli effetti dell’anestesia, ma nonostante il passare dei minuti non si riprendeva. “A quel punto le hanno fatto delle lastre, ma i risultati sono stati letti con un certo ritardo, i medici erano in pausa pranzo, c’era in corso il cambio turno – ricostruisce il padre - Quando poi sono tornati hanno notato il crollo dell’emoglobina, si sono accorti che c’era un’emorragia in corso”. Solo in quel momento è scattata la corsa contro il tempo dei medici per salvare la piccola, “ma nulla è servito a strappare mia figlia dalla morte”.
Una tragedia che ha distutto un’intera famiglia e rischia di avere ulteriori, drammatiche conseguenze: “Mia moglie è in gravidanza – conclude Ascia - gli accertamenti hanno evidenziato delle contrazioni, rischia l’aborto. Le hanno detto di stare tranquilla, ma è un’utopia chiedere a una madre di restare serena quando tua figlia se n’è appena andata”.
Il primario: "C'è stata una complicanza, non l'abbiamo abbandonata" - "C'è stata una complicanza che in casi così gravi può accadere. Sono intervenuto perché chiamato durante l'intervento, ma il collega che operava è esperto. E non è vero che abbiamo sbagliato catetere". Lo ha detto Mario Dauri, primario anestesista del Policlinico Tor Vergata di Roma, sul caso della bimba morta. "Abbiamo tentato di rianimarla appena ci siamo resi conto della gravità della situazione. Non è stata abbandonata e nessuno dell'equipe è andato a pranzo, come dice il padre", ha aggiunto.
Il padre: "Notizie riferite dai medici" - "Tutte le notizie di cui siamo a conoscenza ci sono state riferite dall'equipe medica". Questa la replica del papà della bimba dopo le dichiarazioni del primario. "Noi non sapevamo neanche dell'esistenza di un catetere - spiega al telefono - né della pausa pranzo. Quando mia moglie ha visto i medici allontanarsi, loro stessi le hanno detto che stavano andando in pausa pranzo". "Quando sono arrivato a Roma - conclude - mi hanno detto chiaro e tondo che c'era stato un errore tecnico, che il catetere era troppo grande per la vena di mia figlia".