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Tassa sull'e-cig, rivenditori in rivolta a Roma: "Per 5mila famiglie lavoro a rischio"

Roma, Massimiliano Federici guida la protesta dei venditori: "Da oggi sono in sciopero della fame, con la nuova tassazione chiuderà il 90% dei negozi"

Tgcom24

"Tassare le sigarette elettroniche al 58,5% significa mettere in forse il futuro di oltre 5mila famiglie italiane". Così il rivenditore di e-cig, Massimiliano Federici, fra i promotori della protesta contro il balzello sulle sigarette elettroniche, previsto dal decreto "svuota carceri". Da questa mattina Federici ha iniziato lo sciopero della fame: "Il business delle sigarette elettroniche nella maggior parte dei casi è stato un modo per rientrare nel mondo del lavoro, dopo che si era perso il posto - racconta a Tgcom24 -. Ora queste famiglie hanno di nuovo un futuro incerto di fronte".

"Stiamo mettendo in campo una serie di proteste pacifiche: personalmente ho iniziato lo sciopero della fame e come gruppo faremo un sit-in ad oltranza davanti a Montecitorio fino a quando le istituzioni non ci ascolteranno".

Quali sono i punti centrali della protesta?
"Innanzitutto siamo contrari all'equiparazione della e-cig ai tabacchi, con la relativa tassazione al 58,5%, ma altrettanto grave per noi è l'apertura della vendita di sigarette elettroniche per i tabacchini. Primo è un prodotto diverso, secondo nei nostri negozi il lavoro non si riduce alla vendita, ma seguiamo i clienti con consulenze che durano anche mesi, e terzo vorrebbe dire passare da 5mila negozi a oltre 65mila. E quindi mettere in forse l'investimento di migliaia di famiglie".

Cosa comporterebbe la nuova tassazione?
"Con la tassa al 58,5%, che sarebbe applicata sia alla componente hardware (quindi caricabatterie, ricambi, ecc), sia ai liquidi di ricarica, chiaramente ci sarebbe una riduzione del margine di guadagno per chi vende e un aumento del costo per chi compra. Ma basti pensare che solo la notizia della possibile applicazione della nuova tassa ha già fortemente ridotto gli acquisti."

Quanto potrebbe incidere sul costo per i consumatori?
"Oggi usare la sigaretta elettronica costa circa 30 euro al mese (rispetto alle 150 euro di chi fuma un pacchetto al giorno), con la nuova tassazione il costo potrebbe toccare anche i 70 euro al mese, quindi più che raddoppiare".

E per chi ha investito in questo business?
"Va sottolineato che spesso i negozi di sigarette elettroniche sono stati aperti da persone rimaste senza lavoro: l'investimento iniziale non è infatti particolarmente elevato, non sono necessarie apparecchiature costose, ecc. Io per esempio ho iniziato per aiutare mio fratello, che in quel periodo era disoccupato".

"Mediamente un franchising di e-cig richiede come investimento iniziale una cifra che oscilla fra i 10 e i 15mila euro. Un negozio medio ha come utili circa 3mila euro al mese, dai quali vanno poi tolte le spese per l'affitto, le tasse, eventuale personale, ecc. Una cifra che alla fine permette di vivere, ma non stiamo comunque parlando di cifre da capogiro. La nuova tassazione potrebbe far crollare gli introiti e secondo i nostri calcoli portare a ridurre gli utili a poco più di 1500 euro al mese. Credo che circa il 90% dei negozi di e-cig finirebbe per chiudere".