DECISIONE GIOVEDI'

Mediaset, la Cassazione deciderà il 30 luglioCsm verso un no alla tutela dei pm di Milano

La Suprema Corte si riunirà a fine mese per discutere del processo Mediaset: scongiurato, così, il rischio di una prescrizione. Il legale di Berlusconi: "Esterrefatto da questa velocità". Il Csm, poi, non darà tutela ai magistrati chiamati in causa da Berlusconi durante un comizio

09 Lug 2013 - 22:48
 © Ansa

© Ansa

Solo giovedì verrà formalizzato il voto, ma è ormai certo che il Csm non darà la tutela ai magistrati di Milano chiamati in causa da Silvio Berlusconi nel comizio di Brescia di due mesi fa, pochi giorni dopo la sua condanna al processo Mediaset. Il relatore della pratica, Mariano Sciacca ha confermato la richiesta di archiviazione: le affermazioni del leader del Pdl, pur forti, secondo Sciacca rientrano nei limiti del diritto di critica.

"Ci sono dei magistrati politicizzati accecati dal pregiudizio e da una invincibile invidia, che sfocia spesso nell'odio nei miei confronti", aveva detto tra l'altro Berlusconi a Brescia parlando di un tentativo di "eliminarlo dalla scena politica". Un discorso che aveva spinto prima i consiglieri togati di Magistratura Indipendente, il gruppo più moderato dei giudici, e poi quelli di Area (che rappresenta le correnti di sinistra delle toghe) a chiedere al Comitato di presidenza del Csm l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati di Milano. Pratica per la quale non ci sono gli estremi, a parere del relatore e dell'intera Commissione, che già il mese scorso aveva manifestato questo orientamento, e che giovedì dovrà finalmente esprimersi con un voto. La ragione è condivisa: il discorso di Berlusconi avrebbe i connotati di una critica molto aspra ma non configurerebbe una lesione del prestigio non solo dei giudici di Milano ma dell'intera magistratura, tale da determinare "un turbamento al regolare svolgimento o alla credibilità della funzione giudiziaria", così come richiede la nuova e più restrittiva disciplina sulle pratiche a tutela.

Processo Mediaset, udienza in Cassazione il 30 luglio - E' arrivato in Cassazione il ricorso della difesa di Silvio Berlusconi contro la condanna a quattro anni di reclusione per frode fiscale e a cinque di interdizione dai pubblici uffici nel processo Mediaset. La data dell'udienza è stata immediatamente fissata il prossimo 30 luglio davanti alla sezione feriale della Suprema corte.

Scongiurato ogni rischio di prescrizione - Con questa fissazione rapida - avvenuta il giorno stesso di arrivo del ricorso alla Suprema Corte - è scongiurato ogni rischio di prescrizione, anche di una sola parte delle accuse. Insieme a Berlusconi sono imputati il produttore cinematografico egiziano Frank Agrama e i due ex manager Mediaset Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. L'Agenzia delle Entrate si è costituita parte civile. L'udienza sarà pubblica. Il ricorso è contro il verdetto emesso lo scorso 8 maggio dalla corte d'appello di Milano.

Legale Berlusconi: "Esterrefatto dalla velocità della Cassazione" - "Non ho mai visto un'udienza fissata con questa velocità: sono esterrefatto, sorpreso e amareggiato perché in questo modo si comprimono i diritti della difesa". Lo ha dichiarato Franco Coppi, difensore di Berlusconi.

Letta: "Nessuna conseguenza sul governo" - Il caso Mediaset resta fuori dalle porte di Palazzo. Lo ha ribadito il premier Enrico Letta: "Non ci sarà nessuna conseguenza sul governo - ha affermato il presidente del Consiglio -, ma non voglio commentare le decisioni della magistratura".




L'ira del Pdl - Non si sono fatte attendere le reazioni di diversi esponenti del Pdl. "Se i peggiori sospetti dovessero realizzarsi, cioè di un vero e proprio disegno finalizzato a condannare e ad eliminare Berlusconi dalla vita politica, allora davvero tutto può accadere, compresa la necessità da parte nostra di forme di resistenza seppure non violente", ha dichiarato Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl.

"Una decisione in tempi record, non credo sia un fatto comune per la Suprema Corte decidere, lo stesso giorno del ricevimento di un ricorso, la data - assai vicina - dell'udienza", è il commento della portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati Mara Carfagna.

Ghedini: "Decisione non ha precedenti" - La fissazione dell'udienza dopo un tempo eccezionalmente breve dalla conclusione del processo d'appello non ha precedenti, se non in casi rarissimi con imputati detenuti". Lo dichiara l'avvocato Niccolo' Ghedini, secondo cui "il significato di tale decisione è fin troppo evidente".