TRA LE LACRIME

Cc ferito, la figlia: "Perdonare Preiti? Non so"

"Sono fiera di mio padre. Ringrazio le istituzioni e l'Arma", ha detto Martina Giangrande. Il padre la riconosce

29 Apr 2013 - 23:57
 © Da video

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"Non credo potrò perdonare Luigi Preiti. Adesso devo pensare". Lo ha detto tra le lacrime Martina Giangrande, la figlia di uno dei due carabinieri feriti nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi. "Ringrazio - ha aggiunto - l'Arma, come i rappresentanti delle istituzioni che mio padre stava con orgoglio vigilando e proteggendo". La ragazza, dal Policlinico Umberto I, ha poi ricordato che "proprio oggi sono tre mesi che mia madre è mancata".

"Sono fiera di mio padre che ha dedicato tutta la sua vita alle istituzioni", ha proseguito. "Grazie a tutte le istituzioni che mi hanno trattata come una figlia, grazie a chi mi ha trasmesso umanità - ha ribadito -. Mi ha toccato molto la sensibilità della signora Boldrini, la presidentessa della Camera, che vorrei incontrare nuovamente".

"Ora dovrò rimodulare la mia vita, come ho già fatto, ho lasciato il lavoro. Mi dedicherò a questa famiglia al momento sgangherata", ha poi concluso.

Ha riconosciuto la figlia - " Giuseppe Giangrande, ricoverato in un reparto di terapia intensiva del Policlinico Umberto I, dà segnali di speranza. Il brigadiere ha guardato la figlia dimostrando di averla riconosciuta, poi ha mosso le palpebre e le spalle come per farle capire "vai a casa, non è successo niente". I bollettini medici sono cauti ma ottimisti: le condizioni del paziente restano stazionarie nella gravità. La sedazione è stata "progressivamente sospesa e il paziente si è dimostrato risvegliabile, vigile, lucido e in grado di respirare autonomamente per un breve periodo". Ma "sono presenti segni di danno midollare ai quattro arti". Resta la prognosi riservata di 72 ore.

Il fratello Ciro: "Non si può perdonare" - Ciro, fratello di Giangrande, non chiude occhio per stare accanto a lui. Spera in "qualche miracolo" e va avanti. Si emoziona quando racconta l'incontro in ospedale di suo fratello con la figlia Martina: "L'ha riconosciuta e ha mosso le spalle. In nottata ha respirato da solo". Ciro non riesce ad avere clemenza per Luigi Preiti, che ha ferito suo fratello e l'altro militare: "E' un gesto che non si puo' perdonare", dice.

Negri a Tgcom24: "Addolorato per il mio collega" - Intanto, l'altro carabiniere ferito pensa al commilitone che sta peggio di lui. "Le condizioni sono stabili e il dolore è per il collega che non versa nelle mie stesse condizioni. Dovrò essere rioperato la prossima settimana. Psicologicamente sono molto provato, ma le visite che ricevo mi fanno tenere lontana l’attenzione da quanto accaduto ieri". E' il racconto fatto in esclusiva a Tgcom24 da Francesco Negri, che ha aggiunto: "Ci siamo resi conto solo quando siamo stati colpiti, non abbiamo avuto modo di vederlo o di poterci allertare".

"Era troppo pericoloso rispondere al fuoco" - Riferendosi al brigadiere Giangrande, ha detto: "Ciò che più mi preme in questo momento, oltre alla tensione che c'è nel Paese, sono le condizioni del mio collega. Lo conosco da tempo. Lui ha molta più esperienza di me, ma è una persona molto forte e giovanile. Qualsiasi dolore non può sfociare nella violenza gratuita. E' stata una vicenda assurda". E ancora: "Abbiamo fatto in modo di non usare le armi, date le circostanze. Anche se l'avevamo appena chiusa, in piazza Montecitorio c'erano tanti turisti e passanti, rispondere al fuoco sarebbe stato molto pericoloso".