Nei cittadini di 17 comuni del Lazio l'Iss ha rilevato una "quantità doppia rispetto alla media", maggiori concentrazioni anche nei bambini. Il ministro Balduzzi: "E' una vera emergenza"
© Vigili del Fuoco
Nei cittadini di Viterbo e 16 comuni del Viterbese, interessati dall'emergenza arsenico nell'acqua, la concentrazione della sostanza nell'organismo è oltre il doppio rispetto a quella nella popolazione generale. Maggiori concentrazioni sono state rilevate anche nei bambini. Sono i preoccupanti dati dello studio dell'Iss sul rischio a Latina, Roma e Viterbo. I nuovi dati sono in via di pubblicazione su riviste scientifiche.
Nei comuni del Lazio interessati dall'emergenza arsenico nell'acqua è a rischio anche la catena alimentare. Concentrazioni di arsenico superiori ai livelli consentiti sono state infatti rilevate, ad esempio, nel pane prodotto nell'area del Viterbese. "E' una vera emergenza, per la cui soluzione non si può più aspettare", ha commentato il ministro della Salute, Renato Balduzzi.
Le analisi dell'Istituto superiore della sanità sono state condotte su campioni di unghie e urine di 269 soggetti sani (da 1 a 88 anni di età) residenti nelle aree a rischio. Nei viterbesi, la concentrazione della sostanza nelle unghie è risultata pari a 200 nanogrammi per grammo contro gli 82 nanogrammi di un gruppo di controllo nella popolazione generale. Per l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l'arsenico è un elemento cancerogeno per il quale l'Ue ha disposto già dal 2001 precisi limiti.
L'esperto dell'Iss: "No agli allarmisimi" - "Il sistema si è attivato, no agli allarmismi: ora ci sono i dati per intervenire in maniera adeguata ed equilibrata". Così il ricercatore dell'Iss, Francesco Cubadda, responsabile dello studio, ha commentato i dati. In termini di valutazione del rischio, ha precisato l'esperto, "bisogna sottolineare che 'esposizione' non equivale automaticamente a 'rischio per la salute', poiché vi è ancora incertezza sull'esistenza o meno di effetti dell'arsenico inorganico ai livelli espositivi misurati nelle province del Lazio interessate dallo studio".
Intanto il Codacons ha chiesto la chiusura degli esercizi commerciali del Viterbese che usano acqua contaminata, avviando in favore di questi una class action contro ministero e Regione Lazio fino a un massimo di un milione di euro ad attività commerciale. I comuni del Lazio colpiti dall'emergenza arsenico sarebbero almeno 50.