Nessun elemento che rafforzi l'ipotesi di una vendetta nei confronti della famiglia del piccolo Sebastian, morto dopo aver mangiato ciccolatini contenenti diserbante trovati davanti a casa
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"Chiediamo soltanto giustizia per i bambini e per noi, siamo lavoratori e non abbiamo nemici perché non abbiamo fatto del male ad alcuno." Così i genitori di Sebastian, il bimbo romeno di cinque anni morto nell'agrigentino, dopo aver mangiato dei cioccolatini avvelenati trovati davanti a casa. Gli investigatori non escludono che l'autore del gesto volesse per qualche motivo punire i genitori. Aperta un'inchiesta per omicidio.
Nessuno spunto investigativo particolare, dunque, è stato offerto dalla famiglia del piccolo ai militari dell'arma. Un nucleo ben integrato nel contesto sociale ed economico di Naro. Ben voluti da vicini di casa e nel quartiere. Un quadro che rende più complesse le indagini dei carabinieri. Gli investigatori, infatti, non escludono che l'obiettivo non fossero i bambini, ma una ''punizione'' nei confronti degli adulti. Ipotesi che, al momento, non ha trovato riscontri.
Intossicati anche i due fratellini Alexandro, 7 anni, e Inonut, di 10, adesso fuori pericolo. Per la Procura di Agrigento, che coordina le indagini dei carabinieri del comando provinciale della Citta' dei Templi, e che ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario, non è necessario l'accertamento autoptico sul corpo di Sebastian.
Gli esami tossicologici, infatti, hanno chiarito le cause dell'avvelenamento: un pesticida usato in agricoltura che e' stato messo nei cioccolatini che erano in una busta di plastica, assieme a una bottiglia di vino e delle arance, lasciata davanti la casa della famigli romena.