Il reato ipotizzato dal pubblico ministero è di circonvenzione di incapace
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Svolta nelle indagini per il presunto tentativo di raggiro ai danni di Aurelia Sordi, sorella dell'attore romano. Sono tre le persone indagate: l'autista Arturo Artadi, il notaio Gabriele Sciumbadi e l'avvocato Francesca Piccolella. Il reato ipotizzato dal pm Eugenio Albamonte è concorso in circonvenzione di incapace. L'inchiesta è partita dopo gli esposti presentati dai direttori di due banche.
Le iscrizioni sono state fatte in vista dell'incidente probatorio che il magistrato ha deciso di sollevare affinché l'anziana, 95 anni, unica erede dell'ingente patrimonio dell'Albertone nazionale, sia sottoposta ad accertamento medico-legale per stabilire se sia o meno capacedi intendere e di volere. Un accertamento, per il pm Albamonte, indispensabile per stabilire se la procura generale depositata da Artadi in due istituti di credito e con la quale era autorizzato ad operare su tutti i conti, e non sull'unico del quale aveva la co-delegainsieme con un amico della famiglia Sordi, sia stata ottenuta approfittando del presunto stato di incapacità di Aurelia.
Artadi, storico autista di Sordi ed attuale collaboratore della sorella, sentito nei giorni scorsi dal pm, ha escluso tentativi di raggiro rivendicando di aver agito in buona fede enell'interesse dell'anziana donna. Da Francesca Piccolella, avvocato civilista che segue Aurelia Sordi, Artadi, secondo l'ipotesi di lavoro di Albamonte, avrebbe ricevuto indicazioniutili per fare in modo che la firma dell'anziana donna sulla procura generale fosse giuridicamente inattaccabile. Procura che fu predisposta e sottoscritta nello studio del notaio Sciumbati.