La protesta di ginecologi ed ostetriche. Negli ospedali sono stati rinviati 1.100 cesarei programmati
© LaPresse
Sale parto oggi chiuse per protesta. Per 24 ore ginecologi ed ostetriche di tutt'Italia, in totale circa 15mila professionisti, entrano in sciopero per la prima volta a sottolineare i problemi della categoria anche rispetto alla sicurezza dei punti nascita sul territorio. Così, si stima che nasceranno circa 1.100 bambini in meno perché tutti i cesarei programmati per oggi sono stati rinviati. Ma saranno garantite le emergenze.
Oggi si fermeranno anche le attività di ambulatori ostetrici e consultori familiari sul territorio, con una mobilitazione che coinvolgerà in totale circa 15mila professionisti e che vedrà a Palermo la manifestazione nazionale, indetta da Fesmed, Aogoi, Sigo, Agui, Agite, Sieog e Aio, le principali sigle di categoria.
Tra le richieste sindacali la prima è di mettere in sicurezza i punti nascita, secondo un piano approvato già dal 2010 ma realizzato. Alla politica si chiede di intervenire per mettere un freno al contenzioso medico-legale con una legge che riveda il concetto di colpa medica e consideri gli eventi avversi responsabilità oggettiva delle strutture sanitarie. I sindacalisti vorrebbero anche un allentamento dei prezzi delle assicurazioni per il rischio professionale, che hanno ormai costi proibitivi, arrivando anche e polizze da 20-30 mila euro l'anno.
Ieri, il Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, sulla pagina Facebook dell'Authority ha invitato, vista l'emergenza meteo, la categoria a riflettere su un possibile rinvio dell'agitazione. Ma ginecologi e ostetriche assicurano che le urgenze saranno garantite e i parti naturali saranno assistiti.