Il senatore è indagato a Roma per peculato. "Maroni era il capogruppo e lui ci disse di non comunicare i conti al partito", ha detto al pm
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"L'onorevole Maroni, quale capogruppo alla Camera, nel 2006 instaurò la prassi di non comunicare il conto della gestione a fine anno al partito in quanto riteneva che tale gestione fosse di sua insindacabile pertinenza". Lo ha detto il senatore Piergiorgio Stiffoni nell'interrogatorio del 27 novembre scorso in Procura a Roma dove è indagato per peculato. "La Lega - secondo Stiffoni - nel 2011 investì 400mila euro dei fondi del partito in titoli di Stato".
I fondi del partito sui suoi conti - Stiffoni è indagato dalla procura di Roma per peculato perché nella veste di segretario amministrativo del Carroccio al Senato si sarebbe appropriato tra il 2008 e il 2009, dei contributi erogati al gruppo trasferiti su conti personali causando un ammanco di oltre 955mila euro.
I soldi avanzati non andavano al partito - Nel corso dell'atto istruttorio, rispondendo alle domande del pm Roberto Felici, il senatore (che è stato espulso dalla Lega lo scorso aprile) parlando della gestione Maroni ha affermato che "tale intento perseguiva lo scopo di non devolvere al partito eventuali residui della gestione che sarebbero dovuti transitare, come di fatto transitavano, su un altro conto intestato al tesoriere per poi riconfluire sul conto originario nella gestione successiva; tale prassi si è trasferita anche al gruppo del Senato".
Per questa vicenda la Procura, il 15 gennaio scorso, ha notificato l'avviso di fine indagine allo stesso Stiffoni e alla sua segretaria Maria Manuela Privitera, anche lei per concorso in peculato. Una indagine arrivata nella Capitale dopo lo stralcio fatto dalla Procura di Milano, dal procedimento sull'uso dei rimborsi elettorali.
I soldi investiti in Bot - "Il 14 giugno 2011 - ha affermato Stiffoni - io ho trasferito la somma di 400mila euro dal conto n.10886 al conto 9686; tale operazione era finalizzata all'acquisto di titoli di Stato italiani, come di fatto poi è avvenuto; di questa come di altre operazioni il presidente Bricolo era a conoscenza".
Le carte regalo Mediaworld ai senatori - "Il 29 novembre 2011 ho trasferito 50mila euro dal conto n.10886 a un conto intestato alla Media World per l'acquisto di 'carte regalo' (duemila euro per i 25 senatori). Ho fatto ciò - ha proseguito - su richiesta del presidente Bricolo, anche se la fattura è stata intestata a me su richiesta di Bricolo per non far figurare l'intestazione della Lega; i senatori hanno poi utilizzato la carta per l'acquisto di beni di consumo". Su queste operazioni i pm romani hanno già avviato un procedimento.