BANCA NELLA BUFERA

Mps, con Mussari iniziano gli interrogatoriRegistrate le prove contro la "banda del 5%"

L'inchiesta sulla banca senese accelera, intanto secondo il "Corriere della Sera" i nastri con i colloqui per gli accordi potrebbero presto essere consegnati agli inquirenti

04 Feb 2013 - 09:12
 © Ansa

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Accelerazione nell'inchiesta della Procura di Siena sul Monte dei Paschi: i pm senesi interrogheranno già oggi l'ex presidente Giuseppe Mussari, e poi mercoledì l'ex direttore generale Antonio Vigni. Intanto secondo "Il Corriere della Sera", ci sarebbero delle registrazioni che proverebbero l'esistenza di una "banda del 5%": i nastri sarebbero nelle mani di Antonio Rizzo, funzionario della Dresdner Bank, che sarebbe pronto a consegnarli ai magistrati.

Rizzo è stato il primo a denunciare presunte "stecche" prese su tutti gli affari gestiti da Mps dall'ex direttore dell'area finanza, Gianluca Baldassarri, e dal responsabile delle filiali di Londra Matteo Pontone.
Ora proprio lui sarebbe pronto a consegnare i nastri con i colloqui che proverebbero gli accordi illeciti. I colloqui risalirebbero al 2007 e riguarderebbero operazioni su pacchetti titoli Mps. "L'ho fatto per tutelarmi quando ho capito quale fosse la situazione" ha confermato. Il funzionario della Dresdner Bank potrebbe essere convocato già in giornata mettendo così a disposizione dei pm materiale molto importante per portare avanti le accuse al vecchio management della banca.

Mussari sarà sentito per primo - Intanto oggi è il giorno dell'interrogatorio dell'ex presidente di Mps e di Abi, Giuseppe Mussari. Nei giorni scorsi aveva dichiarato di essere intenzionato a parlare ma adesso non è escluso che Mussari decida di avvalersi della facoltà di non rispondere in attesa di capire quali sono le carte realmente in mano all'accusa.

Rizzo e i segreti della banda del 5% - Pesanti le accuse che vengono contestate agli ex vertici della banca: si va dall'associazione per delinquere all'aggiotaggio, dalle false comunicazioni alla turbativa e alla truffa. Sotto i riflettori ci sono i dettagli su quanto accadde nella banca dall'estate 2007, e proprio di questo Rizzo aveva già parlato ai magistrati in un precedente interrogatorio, che risale al 13 ottobre 2008. Allora aveva parlato di un incontro dello stesso Rizzo con il suo superiore Antonio Cutolo e il responsabile londinese Massimiliano Pero: era quest'ultimo che auspicava il riacquisto di un pacchetto titoli strutturato da Mps Londra. E fu in quell'occasione che Rizzo disse che "Dresdner avrebbe pagato una somma a titolo di intermediazione a tale Lutifin di Lugano".

Cutolo era contrario, ma un mese dopo arrivò il via libera all'operazione, in seguito alla quale Rizzo stesso fece una segnalazione interna. Ed è a questo punto che arrivano in verbale parole durissime che sembrano comprovare che la "banda del 5%" esisteva davvero. Il funzionario racconta infatti di una cena del 12 marzo 2008 con il responsabile vendita prodotti finanziari Michele Cortese. "Lui mi ha detto - continua Rizzo che a suo avviso, ma il fatto sembrava notorio, Pontone e Baldassarri avevano percepito una commissione indebita tramite Lutifin. Mi disse che i due erano conosciuti come la banda del 5 per cento perché su ogni operazione prendevano tale percentuale".

Tutto registrato, assicura Rizzo, che promette l'elenco dei nomi di altri funzionari che sapevano. Gli stessi che trattarono con gli spagnoli di Santander per Antonveneta accettando il prezzo di 9 miliardi e passa. Insomma, una gestione allegra e pericolosa, che ai vertici Mps aveva reso molto.

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