In una lettera al "Corriere della Sera" Paola D'Agostina racconta le ore passate accanto all'ex re dei paparazzi a Lisbona e dice: "Non aveva nessuna intenzione di scappare in Brasile"
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"Corona mi ha invitata a cena" in una lettera al Corriere della Sera l'interprete del fotografo Paola D'Agostino racconta delle ore passate al fianco dell'ex re dei paparazzi, durante l'interrogatorio a Lisbona. Nelle sue parole i retroscena dell'arresto e una nota in bilico tra ironia e amarezza: "Faccio la traduttrice da 13 anni, ho tradotto Pirandello, ma prima che fossi l'interprete di Corona nessuno se ne era accorto".
Mi ha invitata fuori a cena - La lettera si apre con un ringraziamento al fotografo e "non solo per la galanteria che lo contraddistingue. Che mi abbia chiesto «Che fai stasera?» per mero esercizio di stile, o per nostalgia della vita funambola giacché lui, invece, la serata l’avrebbe passata in carcere". Tutto questo è irrilevante, spiega l'interprete che ha passato accanto a Corona le ore difficili di Lisbona.
Prima nessuno considerava bello il mio lavoro - ll motivo del grazie è al contempo intriso di ironia e amarezza: "Per tutti questi 13 anni ogni volta che sono tornata a casa ho dovuto rispondere al solito rosario di domande: «Ma la traduttrice che mestiere è? Ma ti pagano?» Poi faccio l’interprete all’udienza di estradizione di Corona e di colpo mi trovo a parlare di lavoro con la nonna, ora sì convinta che faccio «una cosa bella»".
Non voleva andare in Brasile - Poi i arrivano i retroscena sulla fuga. Nella lettera inviata al Corriere la ragazza ipotizza che Corona non avesse in realtà alcuna intenzione di scappare in Brasile. "Chiedere a uno come lui di fare il latitante è istigarlo ad autocondannarsi a morte. L’invisibilità che la latitanza esige, assoluta, sarebbe una morte molto più crudele della sedia elettrica, per un tronista poi!"