Errore fatale

Napoli, operaio ucciso per errore: un fermoI killer non aspettarono l'sms del "palo"

Si tratta dell'uomo che guidava l'auto dell'agguato. La svolta grazie a una donna pentita. Pasquale Romano fu ammazzato il 15 ottobre dai sicari. Il padre della vittima: "Sono delle belve, non perdonerò mai"

28 Nov 2012 - 17:43
 © Ansa

© Ansa

Fermato uno dei presunti assassini di Pasquale Romano, il giovane operaio ucciso per errore il 15 ottobre a Napoli, in un regolamento di conti della faida di Scampia. L'uomo, Giovanni Marino, sarebbe l'autista dell'auto sulla quale si trovava il killer. Una donna che era nel palazzo della fidanzata di Romano doveva avvertire i killer quando il loro obiettivo stava per uscire. Ma i malviventi non attesero l'sms e uccisero erroneamente il giovane.

La svolte nell'inchiesta quando la donna che avrebbe dovuto inviare il messaggio ai killer sull'uscita dal palazzo del vero obiettivo, si è presentata al commissariato di polizia di Scampia per collaborare.

La donna era presente a una cena alla quale partecipava il vero obiettivo dei sicari, Domenico Gargiulo. La cena si stava svolgendo proprio nel palazzo in cui abita la fidanzata di Pasquale Romano. La collaboratrice ha riferito agli inquirenti che avvisò Giovanni Marino e il complice dell'arrivo di Gargiulo ma che si udirono gli spari prima che la cena terminasse e che lei avesse avuto il tempo di mandare il messaggio per avvertire che il vero obiettivo stava uscendo dall'edificio.

Il padre: "Sono delle belve, non perdonerò mai"
"Gli assassini di mio figlio sono belve che non perdonerò mai". Lo ha detto Giuseppe Romano. "Ho sempre creduto e sempre crederò nella giustizia. Non ci sono termini per definire quegli assassini. Anche chiamarli belve è troppo poco".

Cugino della vittima a Tgcom24: "Nessuno ci ridarà Pasquale"
"Non c'è stato comunicato nulla. Potrebbero esserci di qui a breve altri arresti che riguardano quelli che hanno partecipato alla barbare esecuzione di Lino". Queste a Tgcom24 le parole di Giovanni De Cicco, il cugino della vittima.

"Stiamo vivendo questa tragedia nel silenzio, forse questa sarà l’unica occasione in cui parleremo. Lino era una persona per bene e in quanto tale va rispettato. Continueremo a vivere questa tragedia, mi fa piacere che stiano arrestando gli esecutori ma è un magra soddisfazione perché nessuno ci ridarà Lino. Non sarà questo a cambiare la realtà, su questo territorio bisogna intervenire in maniera sociale e strutturale, con la repressione, con un cambio di mentalità che parta dalla classe dirigente. Altrimenti nulla cambierà. Purtroppo, da parte nostra c'è sfiducia che qualcosa possa cambiare".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri

Sullo stesso tema