operai a rischio

L'Ilva ferma lo stabilimento di TarantoClini: "Chi chiude è responsabile dei rischi"

L'azienda: "Il sequestro comporta la cessazione di ogni attività". Il sindacalista: "A rischio anche gli altri impianti in Italia". Il governo convoca le parti sociali per giovedì a palazzo Chigi

27 Nov 2012 - 00:09
 © Splash News

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L'azienda ha comunicato "la chiusura immediata di 'tutta l'area attualmente non sottoposta a sequestro', e cioè la chiusura dello stabilimento Ilva di Taranto". Il segretario Fim-Cisl, Marco Bentivogli, ha commentato: "Ciò riguarda oltre 5mila operai cui si aggiungerebbero, in pochi giorni, i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica". Per Bentivogli è necessario l'intervento di Monti.

Il governo convoca le parti sociali
Il governo ha convocato per giovedì prossimo alle 15 a palazzo Chigi le parti sociali e le istituzioni locali per discutere del dossier Ilva. E' quanto riferisce l'Ufficio stampa attraverso twitter.

Oggi lo sciopero indetto dai sindacati
I sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm di Taranto hanno proclamato lo sciopero dei lavoratori di tutto lo stabilimento Ilva a partire dalle ore 7 di oggi con sit in davanti alle portinerie. Lo sciopero durerà almeno per 24 ore. Gli operai che erano rimasti a presidiare il proprio posto di lavoro nonostante l'annuncio della fermata dell'area a freddo sono tornati a casa al termine del secondo turno. L'azienda ha comunicato telefonicamente ai lavoratori del terzo turno che i reparti sono chiusi e i badge sono disattivati.

Gli operai bloccano gli ingressi
Circa 500 lavoratori si sono radunati davanti alla portineria D dell'Ilva e hanno tenuto un'assemblea per discutere della decisione dell'azienda di chiudere l'area a freddo e ricorrere da subito alle ferie forzate.

L'azienda: "Non c'è alcun pericolo per la salute"
Taranto non c'è "un pericolo per la salute pubblica": lo ribadisce l'Ilva, che rende noto: "Metteremo a disposizione sul proprio sito le consulenze, redatte dai maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale, le quali attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l'assenza di un pericolo per la salute pubblica".

Il ministro Clini: "Chi chiude è responsabile dei rischi"
"Chi oggi si assume la responsabilità di chiudere l'Ilva a fronte dell'autorizzazione integrata ambientale che abbiamo rilasciato si assume la responsabilità di un rischio ambientale che potrebbe durare anni e potrebbe non essere risanabile nel breve periodo". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. "Stiamo facendo accertamenti, vogliamo sapere se in queste condizioni nuove è possibile per l'Ilva realizzare gli interventi e gli investimenti necessari per rispettare l'Aia o no. In caso di no dobbiamo prendere provvedimenti per far rispettare la legge", ha poi aggiunto.

Il comunicato dell'Ilva
L'Ilva, nel comunicato, scrive che il sequestro della produzione disposto dalla magistratura "comporterà in modo immediato e ineluttabile l'impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto". "La società - spiega l'Ilva - proporrà impugnazione avverso il provvedimento di sequestro e, nell'attesa della definizione del giudizio di impugnazione, ottempererà all'ordine impartito dal Gip di Taranto".

L'azienda ribadisce di non essere "parte processuale nel procedimento penale ed è quindi estranea a tutte le contestazioni ad oggi formulate dalla pubblica accusa". Inoltre, si legge nella nota "lo stabilimento Ilva di Taranto è autorizzato all'esercizio dell'attività produttiva dal decreto del Ministero dell'Ambiente in data 26.10.2012 di revisione dell'Aia" e "il provvedimento di sequestro emesso dal Gip di Taranto in data odierna si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto al provvedimento di autorizzazione del Ministero dell'Ambiente". L'azienda ha messo a disposizione sul suo sito internet le consulenze "che attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l'assenza di un pericolo per la salute pubblica". "Ilva - si legge ancora nella nota - ribadisce con forza l'assoluta inconsistenza di qualsiasi eccesso di mortalità ascrivibile alla propria attività industriale, così come le consulenze epidemiologiche sopraccitate inequivocabilmente attestano".

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