Operazione dei carabinieri in Calabria e in Lombardia. Gli arrestati avrebbero condizionato anche l'elezione del presidente della comunità montana "Aspromonte orientale"
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Operazione dei carabinieri nella Locride e nelle province di Vibo Valentia, Cosenza e Como, per l'esecuzione di 40 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d'armi, usura, illecita concorrenza per il condizionamento di appalti pubblici, truffa, con l'aggravante delle modalità mafiose e della transnazionalità.
Gli arrestati avrebbero inoltre condizionato gli appalti pubblici con una concorrenza sleale grazie al controllo, diretto o indiretto, di imprese edili e movimento terra oltre a condizionare il libero esercizio di voto, ad esempio, nell'elezione del presidente della comunità montana "Aspromonte orientale", il quale non è indagato.
L'operazione, denominata "Saggezza", secondo gli investigatori, ha consentito di documentare gli organigrammi e le presunte attività illecite della 'ndrangheta, accertando, l'esistenza e l'operatività di cinque "locali" ad Antonimina (famiglia Romano), Ardore (famiglia Varacalli), Canolo (famiglia Raso), Ciminà (famiglia Nesci) e Cirella di Platì (famiglia Fabiano), e individuandone i vertici.
Gli investigatori avrebbero anche individuato gli interessi economici e societari riferibili agli indagati, ed in particolare le attività economiche attraverso le quali avrebbero conseguito i profitti illeciti, accertando anche ipotesi di condizionamento degli appalti pubblici. Le famiglie, secondo l'accusa, avevano la gestione ed il controllo diretto ed indiretto di attività economiche anche nel taglio boschivo in località aspromontane, oltre ad un circuito di usura ed esercizio abusivo dell'attività di credito.