Secondo il pm l'uccisione dei due bambini era preparata. Chiesta la convalida del fermoper il marocchino. Intanto emergono i dettagli di una vita familiare violenta e travagliata
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La Procura di Perugia contesta la premeditazione a Mustafa Hajjaji, il manovale marocchino arrestato per il duplice omicidio dei figli, martedì sera a Umbertide. Per lui è stata chiesta al gip la convalida del fermo. Intanto per la moglie Naual Bergotte il risveglio è senza pace. Si è rifugiata a casa della sorella, vicina a quella che lei aveva appena affittato e dove si era trasferita con i figli, dopo aver lasciato quel marito violento con cui non c’era più dialogo.
Mustafà, manovale marocchino, non accettava i cambiamenti della donna che aveva sposato, ma che non riconosceva più: Naual si era integrata in Italia, un mese fa aveva chiesto la separazione, era andata a vivere in un palazzo alla periferia di Umbertide, da sola con i bambini.
Naual si rifiutava di indossare il velo e la sera lavorava in un ristorante. Oggi piange i suoi figli e si dispera: “Perché non ha preso me al loro posto? I bambini lo amavano, si fidavano di lui”. Oggi indossa un velo nero, proprio quel velo causa di tante liti e discussioni in famiglia. Una relazione complicata, perché Mustafà prima di lei aveva sposato una donna di Roma. Senza divorziare dalla moglie italiana, nel frattempo in Marocco aveva sposato con rito musulmano anche Naual.
I bambini erano nati in Italia e nel nostro Paese si trovavano bene. I compagni del piccolo Amed lo ricordano felice quell’ultimo pomeriggio perché la mamma lo avrebbe iscritto alla squadra di calcio locale. Anche la sorella Ji-An amava l’Italia. A 12 anni aveva la sua pagina online, come tante adolescenti, perché lei voleva essere uguale alle altre. Ma Mustafà non tollerava i bambini, l’uomo ha tentato il suicidio. È fuori pericolo, piantonato all’ospedale di Città di Castello con l’accusa di duplice omicidio.
La "prova" della premeditazione in una lettera scritta dal padre
La contestazione della premeditazione dell'omicidio dei due figli è legata ad una lettera trovata dai carabinieri in casa di Mustapha Hajjaji: l'uomo lascerebbe trasparire la volontà di uccidere qualcuno. "Ho fatto la cosa che ci vuole" avrebbe tra l'altro scritto l'uomo.