Il capo della polizia: "Da 38 anni onorato lavoro". Sugli appalti al Viminale: "Indagine interna da 3 mesi e mezzo"
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Antonio Manganelli torna a parlare e rivendica la propria onestà dopo lo scandalo dell'esposto anonimo che denunciava una gestione anomala di appalti al Viminale: "Forse ci sarà un capo della polizia più bravo di me, più adatto di me, ma nessuno potrà dire che io sono un imbroglione - ha detto il numero uno della polizia -. Da 38 anni faccio questo lavoro e non ho mai sentito cose del genere e di questo sono contento".
"Ho sempre voluto trasparenza polizia"
"Dal primo giorno che sono entrato in polizia ho sempre detto che volevo che si arrivasse a dire che la polizia è un contenitore di vetro, dove tutti possono guardare dentro".
"Su appalti inchiesta da 3 mesi e mezzo"
A proposito di trasparenza, Manganelli ha riferito che un'indagine interna sulle presunte irregolarità negli appalti al Viminale è stata avviata tre mesi e mezzo fa. "I fatti sono sotto la lente di ingrandimento, stiamo facendo approfondimenti per accertare quello che è successo", ha sottolineato.
"Corvo? Reazione di chi ha perso appalti"
"Il vice capo della polizia Nicola Izzo "non è amato in un mondo dove si trattano appalti. Se ci sono in campo 20 aziende e solo una viene accontentata, 19 sono deluse e siccome parliamo di soldi consistenti è facile che ci siano reazioni negative", ha aggiunto Manganelli.
"Non siamo addestrati per essere manager"
Il capo della polizia ha rilevato anche che, a proposito della gestione degli appalti, "non siamo addestrati per essere esperti manager nel campo dell'amministrazione della contabilità". "Siamo modesti artigiani in questo campo mentre siamo bravi in altro", ha affermato il capo della polizia.