Nelle telefonate l'ex assessore regionale Zambetti parla con il boss Costantino. Ma c'è anche il padre di Sara Giudice che ringrazia per i voti fatti arrivare alla figlia nella corsa a Palazzo Marino
C'è l'assessore che parla con il boss, l'ex consigliere comunale che ringrazia per i voti fatti arrivare alla figlia, e il sindaco che chiede protezione per la consigliera regionale. Tutto registrato nelle intercettazioni agli atti dell'inchiesta milanese sulle trattative tra 'ndrangheta e politica che ha portato all'arresto dell'assessore lombardo alla Casa, Domenico Zambetti, e che da settimane fa tremare la politica in Lombardia.
Perché le voci non sono sconosciute. L'assessore intercettato dagli inquirenti è proprio Zambetti, colui che il boss della 'ndrangheta chiama "carissimo Mimmo". A parlare è Eugenio Costantino, esponente della malavita che più volte tenta di farsi ricevere. Lo stesso che chiederà a Zambetti una raccomandazione per la figlia. "E' tutto a posto", rassicura l'ex assessore. Per la figlia del boss sul tavolo c'è un posto all'Aler, l'Azienda per l'edilizia residenziale pubblica.
C'è poi Vincenzo Giudice, ex presidente del consiglio comunale di Milano, che ringrazia per i voti fatti arrivare alla figlia, la giovane Sara Giudice balzata alle cronache per la sua crociata contro la Minetti. E' sempre il boss Costantino a intrattenere i rapporti telefonici: "Enzo, sei contento?", gli chiede. "Ora vediamo come organizzarci per ringraziare chi ci ha aiutato", risponde Giudice.
Richieste al boss per proteggere la Minetti
Qualcuno pensa bene di rivolgersi alla 'ndrangheta per ragioni di sicurezza. E' il sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste, finito in manette, che si rivolge a Costantino per chiedere aiuto in vista della visita nel paese dell'assessore regionale, Nicole Minetti. Il primo cittadino teme contestazioni e si accerta che siano presenti il boss e "qualche amico" per affrontare la situazione e garantire la sicurezza della Minetti. "Non c'è problema, ci siamo", rassicura il boss.