Il consigliere provinciale Pier Angelo Albodi si era pentito, decidendo poi di togliersi la vita
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Pier Angelo Ablodi, consigliere provinciale di Parma della Lega Nord, suicidatosi questa settimana gettandosi dalla finestra di casa, avrebbe compiuto il gesto come pentimento per aver autenticato delle firme false. Lo riferisce il pm Gerardo Laguardia. Il magistrato conferma le indiscrezioni relative all'esistenza di una lettera in cui Ablodi, 58 anni, spiegava le ragioni del suo atto.
Nella lettera, come dice il procuratoreLaguardia, Ablodi spiega "di aver autenticatole firme per fare un favore a una persona che però nonnomina".
La vicenda è quella dell'autenticazione delle firme per lapresentazione della lista de La Destra alle prossime elezionicomunali del 6 maggio. Alcuni giorni prima del suicidio, uno deipresunti firmatari della lista, l'ex giocatore della Maxiconopallavolo Claudio Galli, aveva denunciato che la sua firma era falsa.
Secondo gli accertamenti condotti finora dalla Procura,Ablondi a quel punto avrebbe telefonato alla persona che gliaveva consegnato le firme da autenticare forse per chiederespiegazioni e, successivamente, ha deciso di farla finita.
Dopo la denuncia dell'ex pallavolista, la Procura di Parmaaveva aperto un'inchiesta per falso. Lo stesso reato che a questo punto lamagistratura ipotizza nei confronti di chi avrebbe consegnato lefirme da autenticare ad Ablodi. Del caso si occupa la Digos, chesta cercando di identificare la persona anche attraverso itabulati telefonici relativi al cellulare del leghista suicida. Esclusa invece al momento l'istigazione al suicidio.
Spese elettorali, due leghisti indagati a Bologna
E intanto, risulta che ci siano i primi due indagatinell'inchiesta della Procura di Bologna sulla Lega Nord. Si tratta dei candidati alle regionali del2010 Marco Mambelli e Luigi Pasquini. Ai due il pm Morena Plazzicontesta il reato di falso commesso da privato in atto pubblico.
Il reato contestato ai dueindagati è scaturito anche dalle denunce di Alberto Veronesi,pure lui candidato alle Regionali ed espulso dopo le accuse.Veronesi presentò un primo esposto, che diede vita aun'inchiesta, poi archiviata. Lo ha quindi ripresentato, nellescorse settimane, dopo la bufera che ha investito i verticinazionali, portando in seguito nuove carte anche su altriversanti. In merito alle sue dichiarazioni è stato sentitodalle procure di Bologna e, ieri, di Milano.
Il meccanismo, a cui Veronesi non si sarebbe prestato, eraindicato, ha sempre spiegato, da Nadia Dagrada, segretariaamministrativa nazionale: veniva detto ai candidati di nonsuperare nelle rendicontazioni la soglia dei 2.500 euro previstadalla legge sui finanziamenti pubblici, che oltre quel limiteimpone la nomina di un mandatario elettorale.
Mambelli e Pasquini, in dichiarazioni fatte alla Corted'Appello di Bologna avrebbero dichiarato di essere stati dentrola cifra, mentre secondo gli investigatori avrebbero speso dipiù. Questo, su indicazione dei loro superiori di Milano e diReggio Emilia, sede "nazionale" del Carroccio emiliano. Propriocon la Procura reggiana, dove c'è un altro fascicolo conindagati, sarà fatto presto un "briefing" tra gli inquirenti.