I tifosi genoani hanno invaso la tribuna centrale e hanno lanciato fumogeni chiedendo ai giocatori di togliersi le maglie. Dopo uno scambio di battute sugli spalti la partita è poi ripresa
Genoa-Siena, gara del 34° turno di Serie A, sul 4-0 a favore della della squadra toscana è stata sospesa per 45 minuti a causa del lancio di fumogeni e petardi dagli spalti. E' poi iniziata una lunga contestazione con i numerosi tifosi che hanno invaso la tribuna centrale. Gli ultrà genoani hanno poi chiesto ai giocatori di togliersi le maglie. In campo anche il presidente Preziosi che ha parlato con la squadra. Il match è poi finito 4-1.
E' intervenuto anche Sculli, attaccante rossoblu, e, appeso sul telone degli spogliatoi, ha parlato con un capotifoso indicando poi al capitano Marco Rossi, che aveva in mano le divise dei compagni, di fargliele indossare.
La partita è poi ripresa regolarmente, ma gli ultrà genoani non hanno più guardato la partita: si sono abbracciati ed hanno voltato le spalle al campo di gioco.
Abete: "Spero che quegli ultrà non entrino più allo stadio"
"E' violenza inaccettabile, questi non sono tifosi. Le norme e le immagini ci sono, ora mi auguro che non entrino mai più in uno stadio". Lo ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete, dopo la sospensione di Genoa-Siena per la contestazione ultrà. Abete ha elogiato Sculli, che si è rifiutato di togliersi la maglia come chiedevano gli ultrà urlando dalla balaustra che sovrasta l'ingresso degli spogliatoi di Marassi.
Sannino: "Così non è più calcio"
"Non avrei mai immaginato che una cosa del genere potesse ripetersi". E' l'amaro commento di Giuseppe Sannino dopo la follia ultrà a Genova. "Quando siamo rientrati in campo per riprendere la partita - ha aggiunto il tecnico del Siena - ho detto ai miei giocatori che quello non era più calcio".
Preziosi: "Assurdo essere ostaggi di 60 persone"
"Dispiace che 60, 100 persone hanno l'impunità di dire e fare quello che gli pare senza che si possano controllare e mandare a casa. Non è possibile che si impadroniscano dello stadio e impongano la loro legge". Lo ha detto il presidente del Genoa, Enrico Preziosi.
Petrucci: "Vergogna"
"Vergogna, vergogna, vergogna! Quanto successo oggi a Genova rappresenta ancora una volta il lato peggiore del calcio italiano". La condanna del presidente del Coni, Gianni Petrucci, per i fatti di Marassi arriva con una dichiarazione all'Ansa. "Sulla maglia non si tratta - aggiunge Petrucci - è stato commesso un sacrilegio dello sport".
Tommasi: "Gli ultrà la fanno da padroni"
Gli ultrà si ritengono i padroni: non è solo questione di fumogeni, è il ricatto sulla maglia che è inaccettabile. E il ricatto non è solo a Genova". E' il duro commento di Damiano Tommasi, presidente Aic, sui fatti di Genova. "Forse sono gli stessi tifosi che hanno costretto Milanetto ad andare via", ha detto. "Mi chiedo perché quegli ultrà sono rimasti dentro lo stadio, e i giocatori sono stati costretti ad uscire? Qualcosa non va", ha aggiunto. "Non giudico, faccio domande. Magari mi si dirà che erano motivi di ordine pubblico. Si disse anche per gli hooligan serbi...".
Questore: "Maglie? Noi contrari a Preziosi"
I giocatori del Genoa si sono tolti la maglia, come preteso dagli ultras, con il consenso del presidente, Enrico Preziosi. I responsabili delle forze dell'ordine presenti in campo erano "fortemente contrari" e hanno "fortemente sconsigliato" il presidente di agire in tal senso. Lo ha detto il questore di Genova, Massimo Mazza.
Preziosi: "Maglie? Mai detto di toglierle"
Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, ha reso noto attraverso un comunicato diffuso dalla società di "non aver fornito alcuna indicazione ai propri giocatori di togliersi le maglie di gioco". Nella nota della società, "il patron rossoblu evidenzia la pronta risposta data in campo dalle forze dell'ordine, che hanno assicurato provvedimenti di massimo rigore in tempi celeri".