"Una volta in ospedale un infermiere voleva portarmi dallo psicologo per farmi guarire", spiega il 28enne che è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni
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"Prima sono stato picchiato in modo barbaro per strada e poi sono stato umiliato da un infermiere in ospedale dove mi sono recato per le ferite". E' questo il racconto di Claudio, il ragazzo omosessuale di 28 anni aggredito a Reggio Calabria. Il giovane è stato dimesso con una prognosi di trenta giorni dal nosocomio. "L'infermiere - ha continuato - mi ripeteva che poteva presentarmi uno psicologo che mi avrebbe fatto guarire".
"Ha aggiunto che se ero con una bella ragazza questo non sarebbe accaduto. Una situazione davvero imbarazzante perché poi l'infermiere continuava a fare una strana confusione su vicende che riguardano gli ormoni e l'omosessualità. Insomma mi sono sentito trattato come un essere anormale", ha spiegato la vittima.
Dopo aver lasciato l'ospedale il ventottenne ha raggiunto Catanzaro dove "provvederò a fare una serie di esami clinici più approfonditi. Il pugno mi ha provocato delle fratture al setto nasale ma anche all'occhio". Sull'aggressione il giovane ha poi concluso che "le tre persone che si sono avvicinate prima avevano gridato dalla loro auto una serie di insulti. Poi si sono avvicinati a me ed al mio gruppo di amici ed hanno iniziato a provocarci e infine uno dei tre mi ha colpito con il pugno senza alcun motivo".