pedofilia

Cassazione, no a domiciliari: Don Seppia deve rimanere in carcere

L'ex parroco a rischio recidiva, la custodia cautelare è l'unica misura sicura

28 Feb 2012 - 16:52
 © Ansa

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"Sussiste pericolo di recidiva particolarmente elevato" per Riccardo Seppia, l'ex parroco di Sestri Ponente attualmente in custodia cautelare nel carcere di Sanremo sotto processo a Genova per vari reati sessuali ai danni di minori. Lo sottolinea la Cassazione condividendo la decisione del Tribunale del riesame di Genova che lo scorso 16 giugno negò all'imputato gli arresti domiciliari in una comunità per tossicodipendenti.

Dalla lettura della sentenza 7772 relativa all'udienza svoltasi lo scorso 21 ottobre, si evince che la Suprema Corte ha deciso di prendere questa decisione "incensurabile", rilevando che "le modalità dei fatti contestati all'ex parroco e la sua incontestabile predilezione a scegliere i bambini e i giovani stranieri più indifesi rendono inadeguata ogni altra misura cautelare diversa dalla reclusione in carcere". 
Nella valutazione della pericolosità di Seppia, si è tenuto conto anche della gravante della sua ''indifferenza'' nel procurare danni al prossimo ''non astenendosi da rapporti sessuali non protetti'' pur essendo a conoscenza di essere affetto da una malattia sessualmente trasmissibile, l'AIDS. 
La prossima udienza del processo, con rito abbreviato, è stata fissata per il 19 marzo. Il pm ha già chiesto la condanna a undici anni e otto mesi. Le accuse sono di tentata violenza sessuale su minori, plurima offerta di droga ai minori (cocaina), tentata induzione alla prostituzione minorile.

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