Milano: costretta dal padre a sposare un connazionale, picchiata e segregata in casa
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Ha dovuto accettare le nozze combinate con un pakistano impostole dal padre. E, dopo il matrimonio, è stata ripetutamente picchiata ancora dal padre perché lo sposo si era lamentato di dover costringere la giovane ad avere rapporti sessuali con lui controvoglia. Oltre alla violenza, il padre l'aveva chiusa in casa togliendole il cellulare. Adesso il marito e il papà della giovane, di origini pakistane, sono stati arrestati con l'accusa di violenza.
La ragazza, che oggi ha 23 anni, vive in un paese dell'hinterland milanese da 12 anni e il marito lo aveva visto soltanto in fotografia prima del giorno della cerimonia di matrimonio. In carcere sono finiti il marito 25enne e il padre 50enne. Il provvedimento è stato disposto dal gip Chiara Valori su richiesta del pm Gianluca Prisco.
Gli investigatori hanno raccontato che la ragazza è stata salvata dalla situazione in cui si trovava grazie all'intervento di un coetaneo italiano di cui lei si era innamorata: l'amico non riusciva più a rintracciarla e per questo passava spesso sotto la sua casa. Così, il 31 ottobre dell'anno scorso aveva trovato un bigliettino con una richiesta d'aiuto, lanciatogli dalla ragazza, che veniva tenuta segregata in casa.
A quel punto il giovane ha aiutato l'amica a scappare e l'ha accompagnata in Questura a Milano, per presentare la denuncia. La ragazza è stata portata in una struttura protetta, gli inquirenti hanno ricostruito la triste storia sentendo amici e conoscenti che avevano raccolto le confidenze della ragazza e visto i segni delle violenze sul suo corpo.
Questa la ricostruzione degli investigatori della brutta storia. La giovane raggiunge il padre in Italia a 7 anni. All'età di 19 anni, il padre le mostra le foto del figlio di un amico presentandoglielo come suo futuro marito. Una imposizione a cui lei si oppone. Ma, durante un viaggio in Pakistan, dove il fidanzato viveva, la donna viene costretta a fare la promessa di matrimonio. La famiglia della ragazzia rientra poi in Italia e, nell'agosto 2011, torna in Pakistan per il matrimonio, celebrato il 4 settembre. A questo punto cominciano le violenze, dovute all'opposizione della ragazza ad avere con il marito rapporti sessuali. Tutta la famiglia di lei, compresa la madre, conosceva e tollerava le violenze dei due uomini. Fino al momento dell'arresto.