Retromarcia del magistrato, che dice: "Non volevo si accendesse un focolare mediatico come quello del caso Scazzi". Ora il faldone dell'inchiesta passerà al perito Giorgio Portera
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Risolta, a favore dei Gambirasio, la contesa tra il pm che indaga sul caso di Yara, Letizia Ruggeri, e la famiglia della giovane, scomparsa il 26 novembre del 2010, che aveva richiesto invano di poter acquisire le carte dell'inchiesta. "Ho sempre cercato di tutelare la vicenda e la famiglia di Yara, adesso gli atti non finiscano in tv", ha detto il magistrato, dopo la retromarcia. Il faldone ora potrà passare al perito Giorgio Portera.
"Se fino a oggi avevo detto no - ha spiegato la Ruggeri -, era solo per preoccupazione: purtroppo ci sono alcuni precedenti spiacevoli come ad esempio il caso di Sarah Scazzi, con le carte dell'indagine che sono divenute materia di talk show". Diplomatica la reazione di Enrico Pelillo, l'avvocato dei genitori di Yara, che ha commentato: "Siamo molto soddisfatti che alla fine abbia prevalso uno spirito di collaborazione. Così anche noi potremo approfondire il materiale, mettendo a frutto la professionalità del nostro consulente". "Non c'è mai stata sfiducia - ha poi proseguito - nei confronti degli inquirenti. La nostra iniziativa è dettata solo dal vecchio adagio che due occhi vedono di più di uno".
Gli atti dell'inchiesta contengono le relazioni fatte subito dopo il ritrovamento del corpo della giovane vittima, i risultati dell'autopsia del medico legale, Cristina Cattaneo, una serie di rilievi compiuti nel campo di Chignolo d'Isola, dove è stato ritrovato il cadavere abbandonato.