Lo rivela Carlo Gervasoni: l'incontro venduto agli "zingari" e al gruppo che faceva capo ai fratelli Cossato e al giocatore Rickler
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L'inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse si arricchisce di nuovi particolari, grazie soprattutto alle rivelazioni di Carlo Gervasoni, ex difensore di Mantova, Piacenza e Cremona, fra i giocatori più attivi nel vendere partite. E su Atalanta-Piacenza, l'incontro dell'accordo con Doni, rivela: "Fu venduta due volte", sia al gruppo degli "zingari", sia all'organizzazione che faceva riferimento ai fratelli Cossato e al giocatore Rickler.
"Rickler mi disse che c'era la possibilità di prendere dei soldi per perdere la partita - ha raccontato Gervasoni agli inquirenti -, io gli dissi di no. Poi con il fatto che me lo chiedevano anche Gegic e compagnia... Lui venne con i fratelli Cossato. Praticamente abbiamo venduto la stessa cosa a due gruppi".
"Sfortunatamente" l'affare per Atalanta-Piacenza alla fine non si rivela così redditizio come la doppia vendita aveva fatto pensare. Gervasoni ha infatti raccontato che i soldi, 80mila euro, alla fine arrivarono solo da Gegic (ritenuto dalla Procura il capo degli "zingari"), mentre, nonostante gli accordi, i fratelli Cossato non pagarono, adducendo la scusa che i conti nel frattempo erano stati bloccati.
L'origine del calcioscommesse
Le carte della Procura di Cremona rivelano anche quando, dove e come ebbe inizio il calcioscommesse. A raccontarlo agli inquirenti è Filippo Carobbio. Siamo nel 2008 e all'epoca il giocatore era in forza all'Albinoleffe. "Quando giocavo per l’Albinoleffe sono stato contattato da Matteo Gritti - ha raccontato Carobbio -. Questi aveva giocato con me nell’Albinoleffe. Ci incontrammo una prima volta all’Iper di Seriate e fu allora che mi riferì che c’era un gruppo di persone, straniere, che avevano un'ampia disponibilità economica che intendevano investire per vincere le scommesse, da effettuarsi sui siti asiatici, corrompendo i giocatori. Gritti mi spiegò che il denaro sarebbe stato consegnato ai calciatori prima della partita".
Nonostante in un primo momento Carobbio sembri restio a buttarsi in questo "affare", è proprio lui a presentare Gritti a Gervasoni. "Tre o quattro mesi dopo - racconta sempre Carobbio -, all'inizio del campionato 2008-2009, Gervasoni, che evidentemente nel frattempo aveva continuato ad avere rapporti con Gritti, mi rappresentò che ci sarebbe stata un'occasione conviviale a Mendrisio. Erano presenti, oltre a me e Gervasoni, Gritti e altre 4-5 persone, tra le quali Gegic e Bressan". E' l'inizio del calcioscommesse.
Giocatori e squadre in difficoltà: i migliori alleati
Come ricostruito dagli inquirenti, per riuscire ad "adescare" sempre più giocatori, gli "zingari" in particolare puntavano su quelli in difficoltà economica, a partire da chi militava in squadre che non pagavano gli stipendi. A rientrare in questo profilo, e fondamentale per portare il calcioscommesse nelle partite di Serie A agli occhi degli "zingari", è Alessandro Zamperini. Il giocatore viene infatti impigliato nella rete abbastanza facilmente: per gli "zingari" è un tassello fondamentale del loro piano, grazie ai moltissimi rapporti con i calciatori di Serie A, e soprattutto finisce per dimostrarsi una preda facile, perché, come lui stesso ha raccontato ai pm, "per via di una mezza truffa devo pagare 13mila euro di rate al mese per la Porsche".