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Scontri Roma, in nove restano in carcere
Un black bloc minaccia: torneremo ancora

Il gip dispone i domiciliari per due manifestanti, uno torna libero. Appresa la notizia, i parenti degli arrestati scoppiano a piangere

Ap/Lapresse

Nove manifestanti arrestati sabato a Roma durante gli scontri resteranno in carcere, per due imposti gli arresti domiciliari mentre uno torna libero.

Questo quanto deciso dal gip del tribunale di Roma a notte fonda. Appresa la notizia dai legali, i numerosi parenti degli arrestati presenti fuori Regina Coeli sono scoppiati a piangere.

A restare in carcere sono: Giovanni Caputi, Giuseppe Ciurleo, Alessandro Venuto, Giovanni Venuto, Lorenzo Giuliani, Robert Scarlett, Ilaria Ciancamerla, Valerio Pascali e Stefano Conigliaro. Ai domiciliari vanno Alessia Catarinozzi e Alessandra Orchi. L'unico a tornare in libertà è il romano Leonardo Serena per il quale il pm aveva già chiesto, a differenza degli altri, gli arresti domiciliari.

La minaccia dei black bloc: torneremo ancora
"Torneremo quando ce ne sarà bisogno. Noi non abbiamo un obiettivo preciso: quello che conta per noi è destabilizzare". Così un black bloc in un'intervista esclusiva in onda su UnoMattina su Rai1. "Lo Stato - ha aggiunto - non è democratico e non può esserlo tanto meno quello di adesso. Chiunque assumerà una forma governativa, per come è fatta la natura umana, tenderà sempre ad accudire i suoi interessi. La destabilizzazione continua è inevitabile". "Non ci prenderanno mai. Se il ministro Maroni va in parlamento a dire quelle buffonate posso dormire sogni tranquilli per cento anni". "Noi non ci organizziamo, non siamo legati uno con l'altro. Ci muoviamo da soli, senza un capo: è semplicemente istinto", ha concluso.