Clienti e dipendenti disonesti sottraggono 3,5 miliardi di euro. E il conto lo pagano le famiglie
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Boom di furti nei negozi e nei centri commerciali italiani. Il valore delle perdite raggiunge la cifra record di 3,5 miliardi di euro con ripercussioni anche sulle famiglie oneste, costrette a pagare una “tassa invisibile” da 175 euro a nucleo per ripagare le cattive azioni dei soliti ignoti e dei dipendenti disonesti. Nel mirino soprattutto accessori firmati, prodotti hi-tech e articoli per la cosmesi.
La crisi economica, che da un lato può aver convinto i male intenzionati a entrare in azione più frequentemente, dall’altro ha spinto molti commercianti a investire meno in sicurezza. Con il risultato di aver reso la vita più facile non solo ai ladri ma anche ai dipendenti sleali.
Sono impietose le cifre diffuse dal Barometro mondiale dei furti nel Retail curato dal Centre for Retail Research di Nottingham, nel Regno Unito, e patrocinato da Checkpoint Systems.
Più della metà dei furti messi a segno in Italia sono opera di clienti (52,7%). E’ una media più alta rispetto a quella europea (47,7%) e mondiale (43,2%) ed è superiore, seppur di poco, a quella registrata dal barometro nel 2010. Aumentano, nel nostro Paese, anche i furti commessi da dipendenti disonesti che si attestano al 25,9% del totale contro il 25% dello scorso anno. Una percentuale di quasi dieci punti inferiore rispetto alla media mondiale.
Il “conto” dei furti, pari in Italia all’1,37% del fatturato del settore, non lo pagano solo i commercianti ma anche tutti i cittadini onesti, come spiega il direttore del Centre for Retail Research Joshua Bamfield: “La criminalità nel retail costa in media alle famiglie dei 43 Paesi presi in esame una maggiorazione di 149 euro sul conto della spesa, cifra in aumento rispetto ai 139 euro dello scorso anno. In Europa, tale cifra è di 150 euro mentre in Italia la “tassa invisibile” che le famiglie sono costrette a pagare sale addirittura a 175,31 euro, circa 12 euro in più rispetto al 2010”.
Accessori firmati, prodotti Hi-Tech come lettori Mp3, console e giochi, profumi e articoli per la cosmesi sono in vetta alla speciale classifica dei prodotti più taccheggiati in Italia come nel resto del mondo. Giù dal podio ma nella Top Eight, poi, abbigliamento, gioielli, cibo fresco, prodotti per l’ufficio e articoli per il Fai-da-te.