La Suprema Corte a settembre ha accolto, in buona parte, il ricorso dei difensori delle due donne. Bacchettati i giudici per aver emesso alcuni provvedimenti tra loro contraddittori
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Per Sabrina Misseri e per la madre Cosima Serrano, accusate del delitto di Sarah Scazzi, ad avviso della Cassazione, non esistono gravi indizi. Il 26 settembre la Suprema Corte ha, in buona parte, accolto il ricorso dei difensori delle due donne. Rimane sempre in piedi, invece, il quadro indiziario con riferimento all'accusa di aver soppresso il cadavere di Sarah.
Madre e figlia, recluse nella stessa cella, avevano impugnato le ordinanze di conferma della custodia in carcere emesse dal Tribunale della libertà di Taranto il 20 giugno e il 12 luglio.
La Cassazioen bacchetta anche i giudici per aver emesso in maniera non coerente due ordinanze di custodia per Sabrina: una per aver ucciso Sarah in concorso con il padre, e l'altra per averla uccisa con la complicità della madre. Gli stessi giudici non hanno poi confrontato l'analisi dei tabulati fornita dal Ris con quella dei consulenti della difesa, e per non aver ricostruito che cosa fecero Sabrina e Cosima dalle 14 alle 14,42, l'orario in cui è avvenuto l'omicidio di Sarah.
Legale Cosima: "Affermato un principio di giustizia"
"Le motivazioni che la Suprema Corte ha inteso assegnare al provvedimento di annullamento confortano la ragionevolezza dei percorsi logico-giuridici che questa difesa ha rappresentato e sottoposto alla valutazione di un giudice supremo e terzo in assoluto". Così l'avvocato Franco De Jaco commenta le motivazioni con le quali la Cassazione ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare.
"Accogliamo con evidente soddisfazione, pur sapendo che il percorso è comunque lungo e complesso, l'ulteriore conferma che ci viene dalla Cassazione - ha aggiunto De Jaco - e che, come qualcuno ha ritenuto di sostenere, non può considerarsi una vittoria di Pirro ma una sostanziale affermazione dei principi di giustizia che devono albergare nella valutazione di ogni giudicante".