L'intera città si stringe nel cordoglio per la morte "preannunciata" delle cinque vittime
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Domani, in piazza Aldo Moro, a Barletta, a poche decine di metri dal luogo della tragedia, si celebreranno i funerali delle cinque vittime del crollo della palazzina avvenuto lunedì nella cittadina pugliese. Il sindaco di Barletta, Nicola Maffei, ha proclamato il lutto cittadino. La cerimonia sarà officiata dall'arcivescovo di Trani, Barletta, Bisceglie e Nazareth, monsignor Giovanni Battista Pichierri.
I feretri delle quattro operaie del laboratorio di confezioni che si trovava al piano terra del palazzo crollato e quello della ragazzina di 14 anni, figlia dei titolari del laboratorio, arriveranno in piazza attorno alle 13, mentre la cerimonia comincerà alle 15.
La Uil di Bari: "Una morte preannunciata"
"Purtroppo parliamo e piangiamo morti annunciate". Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia e di Bari, è lapidario nel commentare la tragedia del crollo della palazzina, provocando la morte di quattro operaie in un'azienda tessile peraltro non assunte legalmente e pagate, a quanto si sa, quattro euro l'ora. "Gli abitanti del luogo - insiste Pugliese - avevano denunciato da tempo le carenze strutturali dello stabile, eppure il Comune di Barletta e l'ufficio tecnico dello stesso hanno preferito comportarsi come le famose tre scimmiette: non hanno voluto vedere, sentire e parlare. Ma, cosa più importante, non hanno agito in tempo, rendendosi di fatto complici del dramma".
Sulla condizione lavorativa delle quattro operaie perite nel crollo, il Segretario Generale della UIL regionale risponde al sindaco di Barletta, Maffei, che ha definito "non criminalizzabile" la situazione in quanto "diffusa". "Fa specie - secondo Pugliese - che colui il quale dovrebbe garantire non solo la sicurezza e la salute dei cittadini, ma anche la legalità, in qualche modo giustifichi chi sfrutta il lavoro retribuendolo con una miseria ed evadendo le tasse. La storiella del tiriamo a campare non regge, certe situazioni vanno condannate senza troppi giri inutili di parole".