Il ritratto del giovane accusato di aver ucciso Meredith Kercher
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Raffaele Sollecito non riesce più a sorridere e aspetta che gli restituiscano la sua vita per viverla “con dignità e umiltà, come ho sempre fatto”. Nell’intervista rilasciata qualche tempo fa al sito Giovinazzo.it il giovane si mostra ancora molto arrabbiato: Raffaele ama la musica classica e preferisce un buon libro alla televisione colpevole, secondo lui, di far passare messaggi sbagliati e senza nessun valore.
Parla della sua vita in carcere, dice di aver scoperto di avere una grande autostima e scherza quando gli viene chiesto chi decida il suo look in occasione delle grandi apparizioni televisive “Lo specchio della cella pieno di schizzi di dentifricio”. E, ancora, ironizza sul suo parrucchiere “si tratta di un detenuto che ha passato lunghe selezioni per essere ritenuto psicologicamente adatto a maneggiare una macchinetta per capelli senza aggredire qualcuno”.
Racconta del suo unico soprannome, “Sailor Raffy”, datogli ai tempi delle medie, parla di calcio, ci tiene a precisare di non essere juventino e ammette di non avere fortuna in amore. Poi, si sposta su argomenti più seri e parla della forza della vita che per lui significa” avere sempre e comunque una ragione più che valida per lottare” perché “chi si arrende si lascia andare e finisce appeso con una corda al soffitto, chi lotta per dare e prendere il Bene lo fa per sentirsi uomo e non animale”.
Dice di essere contrario ai processi in televisione, di non riuscire più a ridere di gusto da quando è cominciato tutto e di avere i polmoni pieni di rancore. “Da quando mi hanno carcerato mi sembra che ogni volta che apro bocca rimanga tutto all’aria o, peggio, offenda”.