il giallo di perugia

Raffaele: "Mai fatto male a nessuno"Amanda: "Sono innocente, giustizia"

Sono le dichiarazioni spontanee di Sollecito e della Knox alla Corte il giorno del giudizio al processo d'Appello sull'omicidio della Kercher. Il presidente Hellmann: "Sentenza alle 20"

03 Ott 2011 - 18:41
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E' terminata l'ultima udienza del processo d'appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher. L'avvocato Luciano Ghirga, difensore di Amanda, ha parlato di una "prova scientifica schiacciante" che dimostra l'innocenza della giovane americana. Ha preso la parola anche Raffaele Sollecito: "Sono teso, è un momento critico. Ma io non ho mai fatto male a nessuno".

Fratello Mez: "Vogliamo vita normale"
"Noi vogliamo solo riavere la nostra vita normale, mantenere un basso profilo. Ma c'è un momento in cui tutto diventa difficile. Abbiamo combattuto contro una macchina più grande. Per quanto cerchiamo di mantenere una vita normale è molto difficile". È quanto ha detto Kyle Kercher, fratello di Meredith, in conferenza stampa a Perugia davanti ai media internazionali.

Sorella Meredith: "Difficile perdono, troppa cattiveria"
"Penso che senza una decisione finale sarà molto difficile perdonare qualcuno o qualcosa. Penso che dobbiamo ricordarci quello di cui cui io e mamma parlavamo, ossia la cattiveria di quello è successo quella notte. Dobbiamo ricordarci della paura di Meredith, del terrore. Lei non se lo meritava. Lei è stata qui due mesi, in questa città magnifica". Lo ha detto Stephanie Kercher, sorella di Meredith, durante la conferenza stampa a Perugia.

Raffaele: "Sto vivendo un incubo"
"Non ho mai fatto del male a nessuno, mai nella vita - ha proseguito -. L'accusa che mi è stata mossa contro, durata tutti questi anni è talmente assurda che ho sempre pensato che si sarebbe esaurita e si sarebbe chiarito tutto nel giro di poco tempo. Invece così non è stato. Ho dovuto sopportare, andare avanti giorno per giorno, come se vivessi in un incubo".

"Non ho mai accusato Amanda"

Nel corso delle dichiarazioni spontanee in aula a Perugia, Sollecito ha ribadito: "Si è detto che ho accusato Amanda, ma non è vero, non l'ho mai fatto". E poi ha ricordato: "La serata del primo novembre ero in una situazione bellissima, idilliaca per certi punti di vista. Stavo per discutere la mia tesi di laurea che avevo preparato. Avevo conosciuto poco prima Amanda Knox, una ragazza bella, solare, vivace e dolce. Era il primo fine settimana che noi dovevamo trascorrere insieme. L'unico nostro interesse era passare una serata di tenerezze e coccole. Era il nostro unico desiderio".

Il braccialetto di Sollecito
Prima di prendere la parola Amanda, Sollecito ha regalato alla Corte il suo braccialetto "ingiallito" con scritto "Liberi Amanda e Raffaele" e ha dichiarato: "Penso che questo bracciale appartenga un po' alla storia e al passato. Spero che ci siano per me e Amanda nuove speranze e un nuovo futuro che meritiamo".

Amanda in lacrime: "In 4 anni ho perso la libertà e un'amica. Ho paura"
"Ho paura - ha esordito in lacrime Amanda Knox nel suo discorso alla Corte d'Assise - in questi quattro anni ho perso un'amica e la libertà". "Sono la stessa persona di quattro anni fa. L'unica cosa che mi distingue da allora è quello che ho sofferto - ha detto -. In questi anni ho perso un'amica nel modo più brutale e insipiegabile. La mia fiducia nell'autorità della polizia è stata tradita. Ho dovuto affrontare accuse assolutamente ingiuste, senza fondamento. Sto pagando con la mia vita per cose che non ho commesso".

"Come mi sentivo quando Meredith è stata uccisa - ha poi continuato -? Non riuscivo a crederci. Poi la paura. Com'era possibile che una persona con cui stavo condividendo la vita, che viveva nella stanza di fianco alla mia vita, fosse stata uccisa. Se fossi stata lì con lei sarei morta anch'io. Io non c'ero, ero con Raffaele".

"Non fuggo dalla verità, ho sempre voluto giustizia per Meredith"
"Meredith è stata uccisa e io ho sempre voluto giustizia per le": così Amanda Knox ha proseguito nel suo discorso alla Corte. "Non fuggo dalla verità e non sono mai fuggita - ha continuato -. Insisto per la veritaà, insisto, dopo quattro anni disperati, sulla nostra innocenza, perché è' vera e merita di essere difesa e riconosciuta". "Avevamo buoni rapporti - ha affermato -, eravamo disponibili una con l'altra, avevamo un'amicizia, si preoccupava per me, era sempre gentile con me". "Chiedo giustizia, noi siamo innocenti. Voglio tornare a casa, alla mia vita, non voglio essere punita, privata della mia vita e del mio futuro per qualcosa che non ho fatto. Ho tantissimo rispetto per questa Corte, e della cura che ha avuto in questo processo, e per questo chiedo giustizia", ha poi concluso.

La Corte: "Rispetto per la lettura della sentenza"
"Non è una partita di pallone questa, non c'è spazio per tifoserie contrapposte, ricordiamoci che è morta una bellissima ragazza in modo orribile e che ci sono in gioco le vite di altri due giovani, quindi chiediamo rispetto e silenzio quando leggeremo il dispositivo". Lo ha detto il presidente della Corte d'Assise d'Appello di Perugia Claudio Pratillo Hellmann prima di ritirarsi in camera di consiglio. Il presidente ha annunciato che la sentenza non verrà resa nota prima delle 20.

La Bongiorno su Raffaele e Amanda
"Raffaele e Amanda hanno fatto delle dichiarazioni dalle quali credo sia emerso lo stato d'animo che vivranno in queste ore. Raffaele è stato portato di nuovo in carcere, spero che sia l'ultima volta". Lo ha detto il suo avvocato Giulia Bongiorno all'uscita dall'udienza di stamattina davanti alla Corte d'Assise d'appello di Perugia.

Sollecito: ho paura di un secondo errore
''Ho paura che la giustizia sbagli un'altra volta'': lo ha detto Raffaele Sollecito, incontrando i suoi avvocati nel carcere di Perugia. Il giovane e' in cella da solo nella sezione transito. Senza libri ne' televisione. Qui sta attendendo la sentenza di appello del processo per l'omicidio di Meredith Kercher.

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