Il consigliere regionale ha anche negato di aver mai accusato Fede e Mora
Nicole Minetti © Ansa
Con una memoria di 12 pagine consegnata ai pm, Nicole Minetti, il consigliere regionale lombardo accusato di induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile nell'ambito del Rubygate, si difende dall'accusa di aver portato la giovane marocchina nella residenza del premier ad Arcore. La Minetti ha anche negato di aver mai accusato Emilio Fede e Lele Mora, anche loro indagati.
Nel documento, il legale della Minetti, Daria Pesce, ripercorre i vari passaggi della inchiesta e cerca di dimostrare, in particolare, l'inconsistenza dell'accusa di prostituzione minorile.
Nel dettaglio si spiega quanto è accaduto la notte tra i 27 e 28 maggio dello scorso anno, quando la consigliera si presentò alla Questura di Milano per farsi affidare la giovane marocchina, all'epoca minorenne, fermata per furto. L'affidamento durò pochi minuti, il tempo di consegnare a sua volta la ragazza a una brasiliana, Michelle Conceicao.
Fede: "Alla Minetti servirebbe uno psichiatra"
"Ho letto una sintesi della memoria difensiva di Nicole Minetti, assistita dall'avvocato Daria Pesce: l'unico elemento mancante è che entrambe avrebbero bisogno dell'assistenza di uno psichiatra". E' quanto si limita a commentare il direttore del Tg4, Emilio Fede.
La Minetti: "Non ho accusato né Fede né Mora"
Il consigliere regionale ha negato di avere accusato nella memoria difensiva Emilio Fede e Lele Mora. "Il mio legale Daria Pesce - ha detto all'Ansa - ha presentato oggi una memoria difensiva da cui si evince che non ho portato Ruby ad Arcore. In questa memoria, ci tengo a sottolinearlo, non accuso né Emilio Fede né Lele Mora".