confermata la linea dei pm

Archiviata l'indagine su La Russa junior per violenza sessuale: "Nessuna prova di reato"

La decisione è stata presa dal gip di Milano. I legali del figlio del presidente del Senato: "Compiuto un atto di giustizia"

30 Ott 2025 - 18:23
 © Ansa

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Si chiude con un decreto di archiviazione il procedimento aperto a Milano nei confronti di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, e dell'amico dj Tommaso Gilardoni, accusati di violenza sessuale per un episodio risalente alla notte tra il 18 e il 19 aprile 2023. Il gip Rossana Mongiardo ha accolto la richiesta presentata dalla Procura di Milano, ritenendo non sussistenti elementi tali da sostenere l'accusa in giudizio. La decisione conferma la linea seguita dai pubblici ministeri, che già nei mesi scorsi avevano proposto l'archiviazione del fascicolo. "È stato compiuto un atto di giustizia", ha commentato l'avvocato Vinicio Nardo, difensore di Leonardo La Russa insieme al collega Adriano Bazzoni, esprimendo soddisfazione per l'esito dell'indagine.

La richiesta di archiviazione era stata oggetto di opposizione da parte della giovane donna di 22 anni che aveva presentato denuncia, dando avvio alle indagini. Nel corso dell'udienza, tenutasi a settembre, la difesa di La Russa aveva sostenuto che i rapporti avvenuti quella notte fossero stati consensuali, evidenziando come la ragazza si trovasse "in uno stato di euforia, ma non di incoscienza". A sostegno di questa tesi era stato richiamato un video considerato "centrale" per la ricostruzione dei fatti.

Diversa la posizione dell'avvocato Stefano Benvenuto, legale della giovane, secondo il quale la ragazza non sarebbe stata in grado di esprimere un consenso valido a causa dello stato di alterazione provocato da alcol e sostanze stupefacenti. Tuttavia, il giudice ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti per dimostrare che i due indagati si fossero resi conto di una condizione tale da invalidare il consenso.

Nel decreto di archiviazione, il gip ha sottolineato che "non vi è motivo di dubitare della buona fede e della credibilità della denunciante", ma che non risultano elementi specifici per ritenere che La Russa e Gilardoni "si fossero avveduti (o comunque avessero percepito)" lo stato di alterazione della giovane come tale da incidere sulla libertà di autodeterminazione. Da qui la decisione di chiudere il caso.

I due restano imputati di revenge porn dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura per aver fatto circolare video a contenuto sessuale della nottata trascorsa nella casa della seconda carica dello Stato dopo la serata all'Apophis Club di via Merlo a Milano dove La Russa junior, all'epoca 21enne, aveva incontrato la ex compagna di liceo, più grande di lui.