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Auto piombata sull'asilo a L'Aquila, il padre del bimbo morto: "E' stata una fatalità, quella donna non ha colpa"

In un'intervista Stefano D'Agostino trattiene a stento il dolore per la perdita di Tommaso, 4 anni, ma dimostra di aver perdonato la proprietaria della vettura: "Ora il mio piccolo è un angelo"

L'Aquila, auto in giardino d'asilo: muore il piccolo Tommaso

"E' stata una fatalità, un disgrazia.

La madre dei gemellini non c'entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata. Si vede che il Signore aveva bisogno di un angelo e ha scelto Tommaso". Sono le parole di Patrizio D'Agostino, il padre del bimbo di 4 anni morto dopo che un'auto gli è piombata addosso mentre giocava nell'area giochi del suo asilo a L'Aquila.

L'incidente - La macchina, una Passat, era senza il freno a mano inserito: gli investigatori stanno cercando di capire se per una dimenticanza della proprietaria, che aveva parcheggiato l'auto difronte all'asilo per andare a prendere le sue piccole, o se sia stato un errore meccanico. Nell'incidente è morto Tommaso e sono stati feriti cinque bambini.

L'intervista al padre del bimbo morto - Mentre l'inchiesta sulla dinamica dell'incidente prosegue, il padre del piccolo Tommaso dimostra di aver perdonato la proprietaria della Passat piombata senza ragione su quel corpicino esile. Intervistato a La Repubblica, D'Agostino racconta il momento in cui ha scoperto la tragedia. "Si può dire che l'abbia vissuta in diretta. Ero sul terrazzo di casa mia quando ho sentito un boato". D'Agostino e la sua famiglia abitano non lontano dall'asilo. "In quel momento ho detto a mia moglie 'è successo qualcosa a Tommaso'. Lei era più calma ma io no", spiega l'uomo che allora si è diretto, insieme alla madre, che abita poco distante, verso l'asilo e ha visto quel gran dispiegamento di ambulanze e vigili del fuoco.

"C'era un inferno" - Arrivato dentro la struttura, D'Agostino era stato tranquillizzato da una maestra e stava tornando a casa, ma poco dopo è sopraggiunta la chiamata che lo avvertiva del dramma. Così ha chiamato la moglie, che lo ha raggiunto, e sono andati insieme sul luogo della tragedia. C'era "un inferno. Ho visto una macchina nel giardino dell'asilo. I pompieri erano riusciti a sollevare la vettura con un sistema ad aria compressa e il mio piccolo Tommaso era lì, con gli occhi chiusi, pallido. Non ho nulla da recriminare ai soccorsi, hanno tentato il tutto per tutto". "Oggi - osserva D'Agostino - spero che il mio cucciolo sia davvero morto sul colpo, all'istante, appena finito sotto la macchina. Immaginarlo agonizzante mi toglie il respiro".

 

Il perdono - "Avevamo intenzione di sposarci il 3 luglio, giorno di San Tommaso. Un passo che avevamo deciso di fare per tutelarlo. Abbiamo deciso che lo faremo lo stesso, per lui. Ovviamente la cerimonia in chiesa non la faremo. Non è una festa", racconta. E se la donna che ha provocato la tragedia volesse farle visita? "La accetteremo nella nostra casa, vivrà con questo peso per tutta la sua vita ed è giusto darle un abbraccio e farle sentire che abbiamo capito: si è trattato di una disgrazia, non di una sua volontà", conclude.

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