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Milano, donne uccise al casello dell'A4: automobilista positivo a cannabis e benzodiazepine

L'uomo di 39 anni, italiano di origine marocchina, è indagato per omicidio stradale plurimo per essersi schiantato ad altissima velocità contro un'auto ferma al casello di Milano Ghisolfa  

Le ha travolte con la sua auto alla barriera autostradale A4 Torino-Milano (Ghisolfa).

Ora l'automobilista di 39 anni, italiano di origine marocchina, è risultato positivo alla cannabis e alle benzodiazepine: è indagato per omicidio stradale plurimo per essersi schiantato ad altissima velocità contro una vettura ferma al casello e aver ucciso due donne. Sono questi gli esiti degli esami di primo livello disposti dal pm milanese Paolo Filippini, titolare dell'inchiesta che punta a ricostruire la vita dell'uomo e capire se abbia o meno problemi psichiatrici. A questo proposito il magistrato ha incaricato la polstrada di Novara di sentire la moglie del 39enne di Pontenure, paese del Piacentino, dove risiede e di acquisire le cartelle cliniche dell'ospedale di Piacenza dove era entrato giovedì scorso dopo aver dato in escandescenza.

Le cartelle cliniche - Proprio dalle cartelle cliniche e dalle testimonianze dei medici, gli inquirenti e gli investigatori puntano ad accertare se le benzodiazepine gli sono state somministrate dal personale sanitario e, inoltre, se è stato dimesso oppure se ha lasciato volontariamente l'ospedale. All'uomo, che ora è ricoverato in psichiatria al San Carlo di Milano e che non è mai stato sottoposto a Tso, è stato sequestrato anche il cellulare per capire se negli istanti prima dell'incidente mortale fosse al telefono o stesse inviando messaggi.

Le ultime riprese - Dalle immagini delle telecamere si vedrebbe una macchina che tira diritto ad alta velocità come se l'autista non avesse visto il casello o guidasse bendato. Per questo si vuole appurare se fosse distratto o sotto gli effetti di un cocktail di benzodiazepine e stupefacenti.  Secondo una prima ricostruzione della polizia Stradale della sottosezione di Novara, che a quell’ora aveva competenza del tratto autostradale cittadino dell’A4, la Musa viaggiava a più di 150 chilometri orari. Dall’esame dei filmati delle telecamere gli inquirenti hanno ricostruito oltre due chilometri di "terrore" con la macchina guidata dal 39enne che viaggia a tutta velocità zigzagando tra le auto, tanto che diversi automobilisti rallentano fino a quasi fermarsi per paura. 

 

Fotogallery, auto tamponata alla barriera di Milano-Ghisolfa: due donne morte

Le vittime - Sono Laura Amato e Claudia Turconi le due vittime del drammatico incidente avvenuto intorno alle 2.30 della notte tra venerdì 17 febbraio e sabato 18 febbraio alla barriera Milano Ghisolfa in direzione di Torino.Amato, originaria di Catania, 54 anni, lavorava da cinque anni come operatrice sanitaria alla clinica Macedonio Melloni di Milano, aveva due figli e abitava a Robecchetto con Induno. Nata il 25 gennaio, non era risucita ad organizzare prima la sua festa di compleanno e aveva deciso di festeggiare venerdì 17. Quella sera aveva infatti trascorso una serata in un locale a Milano e stava rientrando a casa. Insieme a lei c'era l'amica Claudia, di 59 anni, residente a Rescaldina, madre di quattro figli. La donna lavorava come Os alla Fondazione Colleoni di Castano Primo. Avevano trascorso una serata di festa insieme a tanti amici. Sulla strada del ritorno il tragico destino.

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