Il ragazzo con il padre e i due fratelli, di 23 e 26 anni già in Italia, aveva ottenuto il permesso di soggiorno grazie al ricongiungimento familiare ed era arrivato due anni fa
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E' morto dopo essere stato travolto da un bus in monopattino al suo primo giorno di lavoro. A raccontare la tragica fine di un 21enne di origini pakistane e residente a Reggio Emilia con la famiglia è il cugino del giovane, che lo ha detto alla "Gazzetta di Reggio". "La mattina dell'incidente - spiega - doveva iniziare il nuovo lavoro. Finalmente, dopo due anni di impieghi precari, aveva un contratto regolare: era felicissimo".
Il 21enne, con il padre e i due fratelli, di 23 e 26 anni già in Italia, spiega il quotidiano emiliano, aveva ottenuto il permesso di soggiorno grazie al ricongiungimento familiare ed era arrivato due anni fa. Il fratello maggiore lavora a Campogalliano, quello di mezzo a Sassuolo, lui viveva con il padre.
Il 21enne avrebbe dovuto iniziare a lavorare in un'autofficina gestita da connazionali. "Era contentissimo - racconta ancora il cugino -. Noi familiari insistevamo sul fatto che doveva prendere la patente per l'auto. E ora che aveva trovato lavoro aveva cancellato TikTok e altri social per non perdere tempo: voleva concentrarsi e conseguire la patente. Per lui era un nuovo inizio. Purtroppo il destino ha voluto diversamente".
A casa del giovane "avevano raggiunto un po' di stabilità, il padre aveva comprato casa e iniziato le pratiche per portare qui il resto della famiglia. Quando abbiamo saputo dell'accaduto, non riuscivamo a credere che non ci fosse più: siamo rimasti scioccati", ha aggiunto il cugino. Quanto all'incidente mortale, ha proseguito parlando con il giornale emiliano, "ci siamo rivolti a un avvocato, ma non incolpiamo nessuno: l'autista non l'ha fatto apposta. Non abbiamo desiderio di vendetta. È stata una tragica fatalità"