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'ndrangheta, maxi operazione della Dda: 29 persone in carcere | Scoperta la fine di un'imprenditrice: uccisa e data in pasto ai maiali

Blitz nel Vibonese coordinato dal procuratore Gratteri. All'alba attività antimafia interforze anche tra Roma e Napoli. Centinaia gli uomini in campo

Maxi operazione contro la 'ndrangheta dei carabinieri di Vibo Valentia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri.

Oltre 600 militari hanno eseguito su tutto il territorio nazionale misure cautelari nei confronti di 84 persone (29 in carcere, 52 ai domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). Tra le persone coinvolte professionisti, politici e imprenditori. Operazione antimafia interforze anche tra Roma e Napoli. Tra gli arrestati anche il responsabile dell'omicidio di un'imprenditrice, scomparsa nel 2016: era stata uccisa e data in pasto ai maiali.

Operazione antimafia in tutta Italia: 84 misure cautelari

 Dalle prime ore della mattina di giovedì 7 settembre i carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia sono impegnati nell'operazione antimafia "Maestrale - Carthago", coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri, con l'impiego di oltre 600 militari. È quanto si legge in una nota.

Fotogallery - Blitz contro la criminalità a Roma e Napoli: 800 uomini in azione

 

L'imprenditrice uccisa e data in pasto ai maiali

 Nel corso dell'operazione è stato arrestato anche Salvatore Ascone, di 57 anni, che secondo alcuni collaboratori di giustizia sarebbe il responsabile dell'omicidio dell'imprenditrice Maria Chindamo. La donna, 42 anni, era scomparsa il 6 maggio del 2016 da Limbaldi, nel Vibonese. Secondo quanto emerso dall'inchiesta "Maestrale-Carthago", di cui l'operazione di giovedì è la seconda tranche, Ascone l'avrebbe uccisa e poi data in pasto ai maiali.

 

Dall'inchiesta è emerso, in particolare, che l'imprenditrice è stata fatta sparire e uccisa per la relazione sentimentale che aveva avviato dopo il suicidio del marito, Vincenzo Puntoriero, avvenuto nel 2015. Ascone avrebbe commesso l'omicidio insieme ad altre due persone, una delle quali era all'epoca minorenne mentre l'altra è nel frattempo deceduta. L'assassinio di Maria Chindamo avrebbe avuto, inoltre, come movente l'interesse di alcune cosche di 'ndrangheta del Vibonese per alcuni terreni di cui l'imprenditrice aveva acquisito la proprietà dopo il suicidio del marito.

 

 

Gratteri: "A Maria Chindamo non è stata perdonata la sua libertà"

 "Ci sono vari aspetti sull'omicidio di Maria Chindamo: non le è stata perdonata la sua libertà, la gestione dei terreni avuti in eredità e su cui c'erano gli appetiti di una famiglia di 'ndrangheta e il suo nuovo amore". Lo ha detto il procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri. "Tutto questo perché questa donna, Maria Chindamo - ha aggiunto Gratteri - dopo il suicidio del marito avvenuto l'anno precedente alla sua scomparsa a maggio 2016, ha pensato di diventare imprenditrice di curare gli interessi della terra e dei suoi figli e si era pure iscritta all'università. Questa sua libertà, questa sua voglia di essere indipendente, di essere donna non le è stata perdonata e tre giorni dopo che aveva postato sui social la foto con il suo nuovo compagno è sparita. La sua uccisione è stata straziante.

 

"Resti triturati con un trattore"

  Oltre ad essere stata data in pasto ai maiali i suoi resti sono stati triturati con un trattore cingolato. Questo dà il senso e la misura della rabbia e del risentimento che chi ha ordinato l'omicidio aveva nei suoi confronti. Lei non si poteva permettere il lusso di rifarsi una vita, di gestire in modo imprenditoriale quel terreno e di poter curare e fare crescere i figli in modo libero e uscendo dalla mentalità mafiosa". "La famiglia di Maria Chindamo - ha detto ancora il procuratore - è stata sempre dalla parte della legalità senza se e senza ma, non ha mai tentennato sulla voglia di capire e di avere giustizia. E noi abbiamo apprezzato questo nel corso degli anni. Dal 2016 abbiamo avuto al nostro fianco gli specialisti del Ros crimini violenti che hanno sviscerato ogni aspetto della vicenda attraverso riscontri con strumenti tecnologici e con i riscontri dei collaboratori di giustizia. In questa indagine oltre alle intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali ci sono le testimonianze di 18 collaboratori di giustizia che, anche sull'omicidio Chindamo, hanno fatto dichiarazioni univoche e concordanti e che ci hanno detto cose inedite che loro non potevano sapere ma che il Ros crimini violenti aveva incamerato come indizi e come elementi di prova". 

 

Operazione antimafia interforze anche a Roma e Napoli, 800 uomini in campo

 Dalle prime luci dell'alba oltre 800 operatori di polizia, carabinieri e guardia di finanza sono stati impegnati in due vaste operazioni interforze con modalità "Alto Impatto" a Roma e Napoli. Nella Capitale l'attività, cui prende parte anche la polizia locale di Roma Capitale, è concentrata nel quartiere di Tor Bella Monaca, con perquisizioni per la ricerca di armi e droga in oltre 80 appartamenti in via dell'Archeologia.

 

 

A Napoli, invece, l'attività è stata predisposta nella zona dei Quartieri Spagnoli con numerose perquisizioni e identificazioni di persone e veicoli sospetti.


 

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