IL CASO

"Mancia per ferie e tette", proteste per la scritta in un bar di Padova

Il titolare: "lo hanno esposto le ragazze, ma lo tolgo"

03 Dic 2025 - 18:11

"Abbiamo tolto il cartellino dal barattolo delle mance. Le ragazze non hanno voglia di parlare. Dico solo che sono abbastanza infastidite da una vicenda che nella realtà non esiste, nessuno si è mai lamentato con noi per quello che è solo un po' di umorismo da bar. Non capisco nemmeno perché ve ne stiate occupando". E' secco nelle risposte, garbato nei modi Alex, si fa chiamare così il barista di origini cinesi nato e cresciuto a Padova. Città in cui è emersa la vicenda delle "mance per le ferie e le tette", scritta in un barattolo esposto sul bancone del suo locale.


Una delle dipendenti si è limitata a specificare che "è per raccogliere le mance". Il titolare ha ribadito che "le ragazze scherzano con i clienti abituali e così per ridere hanno scritto questo biglietto. L'hanno esposto loro". Ha voluto anche precisare che "sono in regola" ma "volevano solo raccogliere un po' di mance; so che dall'esterno è difficile capirlo, però non ci sono cattive intenzioni. Però se dà fastidio tolgo tutto, io le donne le rispetto. Staremo più attenti". Il polverone non ha attirato curiosi. "Assolutamente - chiude la telefonata Alex - oggi sono venuti qua gli stessi clienti dei giorni scorsi".

Una circostanza simile era stata segnalata tempo fa in un locale di Roma, dove un cartello chiedeva "mance per far rifare le tette alle banchiste e ai banchisti", sollevando polemiche anche in quel caso. "Il corpo e l'immagine sono diventate primarie rispetto al contenuto - spiega l'antropologo Simone Borile, fondatore in città della prima sede dell'università Ciels -: mettere un testo oggigiorno non ha più valore, non ha più senso. Tutti i messaggi devono essere iconografie e sono messaggi che devono essere presentati anche con immagini. Noi da questo punto di vista abbiamo l'immagine come veicolo attraverso cui attraggo l'attenzione, siamo in una società in cui tutto è spettacolo e tutto è visualizzazione".

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