Amnesty lancia la campagna: il sesso senza consenso è stupro
Con lʼhashtag #Iolochiedo appello al ministro della Giustizia affinché lʼItalia si adegui alle norme internazionali, considerando come reato qualsiasi atto sessuale senza consenso.
"Se l'è cercata, guarda com'era vestita". "Se avesse voluto, avrebbe potuto evitarlo!". "Era ubriaca, quindi è anche colpa sua" ."Le donne serie non vengono stuprate". Alzi la mano chi non ha sentito più di una volta una frase simile o letto un commento del genere sui social. Per mettere fine a questo modo di pensare, Amnesty International Italia lancia la sua campagna "Il sesso senza consenso è stupro". L'obiettivo è cambiare la legge ma anche "la cultura basata sulla discriminazione di genere e sulle relazioni di potere di genere".
La campagna si fonda sul pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita.
Aglaya Jiménez Turati, presidente dell'associazione Peace Words ed esperta di storytelling terapeutico sottolinea a Tgcom24 che "qualsiasi azione volta a modificare la situazione attuale rispetto alla violenza di genere è fondamentale, in un momento storico in cui possiamo vedere un’inversione di rotta rispetto ai diritti conquistati con fatica dalle donne. Credo sia fondamentale che le istituzioni, come chiede Amnesty, diano un segnale rispetto a questo, a cominciare dal modificare l’articolo 609 – bis del Codice Penale. Questo perché l’immaginario collettivo si modifica a partire dal sistema stesso che lo plasma e dalla retorica che lo alimenta. È importante come chiedono, che si lavori sulla cosiddetta cultura dello stupro, senza dimenticare che è solo una delle tante forme di violenza di genere e che bisogna lavorare su tutta la collettività, vittime, carnefici e ‘spettatori’: generare empatia perché si possa generare consapevolezza rispetto alla piaga che rappresenta per tutti noi la violenza. Solo cosi potremo guarire".
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