Gli amici hanno indossato magliette bianche con le foto delle vittime
di Federica TerranaMigliaia di persone si sono strette attorno alle famiglie di Andrea Miceli, 26 anni, Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni, per i funerali nel Duomo di Monreale dei tre giovani uccisi la notte del 26 aprile con colpi di pistola durante una lite in strada con un gruppo di ragazzi palermitani.
Cattedrale stracolma e gente assiepata dietro le transenne, nelle due piazze su cui si affaccia la chiesa, a seguire dai due maxischermi l'omelia dell'arcivescovo Gualtiero Isacchi che ha ricordato alle famiglie delle vittime che "tutta l'Italia ha pianto per la strage". All'entrata le tre bare bianche dei ragazzi sono state accolte da uno scrosciante applauso mentre nella chiesa c'era un silenzio surreale interrotto solo da singhiozzi di commozione.
"Essere qui, davanti ai corpi senza vita di Andrea, Salvatore e Massimo - ha detto il presule - ci pone brutalmente di fronte alla gravità della situazione sociale nella quale siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza: non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare; non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci. Da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve come ci mostra la cronaca quotidiana. Pare che nessun luogo o comunità possa essere immune da un tale contagio di violenza". "Dobbiamo compiere una decisa e radicale inversione di marcia. Ma da dove partire? - ha aggiunto - Le morti di Andrea, Salvatore e Massimo ci interrogano: perché tanta ingiustizia? Perché tanta violenza?".
Alla fine dell'omelia alcuni familiari delle vittime hanno preso la parola: "Come si può perdonare una cosa del genere? Voglio ricordare Massimo pieno di energie, in esplosione di vita, aveva tanti progetti. Chiedo alle istituzioni di prendere provvedimenti - ha detto il fratello di Pirozzo -. Non abbiamo sentito la vicinanza di chi ci comanda dall'alto. Come se questo fosse normale. Sulla giustizia, non ho fiducia nello Stato e non so come andremo avanti". La cognata di Andrea Miceli ha detto: "Mi rivolgo ai giovani -. Pensate all'importanza della vita e se vi stanno rubando qualcosa, scappate. Alle Istituzioni dico che non è possibile che non non vi fosse una sola pattuglia quella notte in strada".
Mentre la mamma di Pirozzo ha ricordato: "Massimo era bello come il sole. Buono e felice. Grazie per tutto quello che mi avete dato". Le tre bare sono state portate fuori dal duomo mentre su uno striscione appeso ad un balcone si leggeva: "Basta con Gomorra e Mare Fuori, Qui si muore davvero".
Gli amici dei tre ragazzi hanno indossato magliette bianche con le foto delle vittime mentre palloncini colorati e colombe sono stati lasciati liberi di volare in cielo prima che il lungo corteo attraverso le vie di Monreale raggiungesse il cimitero. Ma la bara di Andrea Miceli prima di essere portata al camposanto si è fermata allo stadio ed è stata posata vicino alla porta nel campo Conca d'oro. La sua squadra, la "Real pioppo", gli ha tributato un ultimo omaggio: un compagno di gioco ha tirato il pallone contro la bara che rimbalzando è finito in rete. "L'ultimo qui, lassù chissà a quanti gol sei già. Ciao" scrivono gli amici di Andrea.