Il giornalista parla all'uscita della procura di Roma, dopo aver presentato denuncia
di Alessio Fusco"Vedere mia figlia piangere mi ha fatto un po' effetto". Sigrifido Ranucci è appena uscito dalla procura di Roma, dopo aver denunciato l'attentato che ha subìto. Erano le 10 di giovedì sera quando a Campo Ascolano, località fra Roma e Pomezia, esplode una bomba. Un ordigno rudimentale, ma potente. Due auto, quella del giornalista e quella della figlia, sono saltate in aria. Distrutte. "Io pensavo inizialmente che fosse una bombola, invece sono uscito e ho capito che era qualcosa di piu grosso. Era divelto il cancello e ho capito". Ranucci già da anni sotto scorta per le sue inchieste, aveva ricevuto più volte minacce. "E' una escalation perché noi l'anno scorso abbiamo trovato dei proiettili dietro casa". Ma la paura questa volta è stata soprattutto per la sua famiglia. "Potevano ammazzare mia figlia", ha ribadito il giornalista. Solidarietà a Ranucci è arrivata dal mondo della politica e dai rappresentanti della categoria dei giornalisti, mentre i residenti della zona si sono riuniti sotto casa sua per dimostrargli vicinanza.