Apparteneva alla famiglia Komarov, un clan nomade originario dei Balcani noto alle forze dell'ordine
di Beatrice BortolinUna sontuosa villa su due piani, con ampi spazi interni, doppi saloni con colonne e capitelli intarsiati, lampadari dorati e dettagli di una ricchezza ostentata è stata abbattuta a Roma, 24 anni dopo l'ordinanza di demolizione. Completamente abusiva, apparteneva alla famiglia Komarov, un clan nomade originario dei Balcani. Una famiglia nota alle forze dell'ordine. Alcuni dei suoi rappresentanti erano stati coinvolti a inizio 2024 nella morte di Alexandru Ivan, un 14enne ucciso a colpi di pistola a Monte Compatri, dopo una rissa in un bar
Questa abitazione, oltre che abusiva, era diventata una centrale di spaccio nel quartiere di Rocca Cencia, estrema periferia a sud est di Roma. I suoi occupanti, sgomberati da polizia e carabinieri prima dell'inizio delle attività delle ruspe dei vigili del fuoco, si sono radunati poco distante, per assistere alla demolizione. Tanta la rabbia: questa casa l'ha costruita nostra madre, hanno gridato. Madre che non era presente, perché in prigione.