Alla donna non è mai stato riconosciuto lo status di vittima della criminalità organizzata"
di Bruna VarrialeIl 31 dicembre saranno 18 anni dalla morte di Giuseppe Veropalumbo, ucciso da un proiettile vagante sparato durante i festeggiamenti di san Silvestro. Un anniversario che per la sua vedova, Carmela Sermino, diventa doppiamente amaro: non solo perché (come sempre) il suo dolore si rinnova ma anche perché ha sulle spalle un procedimento di sfratto avviato dal Comune di Torre Annunziata sull'abitazione che le fu data (in via provvisoria, precisano dal Comune) nove anni fa. Riavvolgiamo il nastro della storia. Nel 2016 l'amministrazione torrese decide di concedere alla donna e alla sua bambina Ludovica, in comodato d'uso, un appartamento in via Vittorio Emanuele 99 per la durata di nove anni. E questo per aiutare quella famiglia, rimasta senza padre e senza marito, ad andare avanti. Alla vedova Veropalumbo, difatti, non è mai stato riconosciuto lo status di vittima della criminalità organizzata perché (fondamentalmente) per gli investigatori si trattò di un omicidio di criminalità comune. In quell'appartamento - e questo rientrerebbe tra gli utilizzi dell'immobile concordati tra il Comune e la Sarmino - c'è una stanza destinata alle attività dell'associazione dedicata a Giuseppe Veropalumbo che opera per diffondere i principi della legalità e della giustizia.