Rigettato il ricorso di un magistrato che si è visto decurtare due mesi di anzianità lavorativa per "reiterati, gravi e ingiustificati ritardi"
di Ida MolaroLa lentezza della giustizia è una delle criticità che più spaventa chi si vede coinvolto in un procedimento. Colpa della scarsità di risorse, denunciano le toghe. Ma anche dell'indolenza di quei giudici che tardano immotivatamente a depositare le sentenze: a dirlo è la Cassazione, che ha ritenuto lecito sanzionare chi lascia accumulare gli atti. Una sentenza di enorme portata, nata dal ricorso - rigettato appunto dalla Corte - di una giudice che si è vista decurtare due mesi di anzianità lavorativa dal Consiglio superiore della magistratura come penalità per aver mancato - dice il Csm - ai doveri di diligenza e laboriosità con reiterati, gravi e ingiustificati ritardi.